Conselice, il ritorno nelle case dopo l’alluvione e lunedì 5 riaprono le scuole

L’annuncio della sindaca, mentre tra i residenti si accende la polemica: "Per giorni non ci hanno spiegato perché siamo stati così tanto sott’acqua"

Conselice, 2 giugno 2023 – La sindaca di Conselice, Paola Pula, ha annunciato la riapertura delle scuole lunedì 5 giugno. “Seppur inseriti in questo spaventoso disastro, i nostri bambini e bambine possono quindi tornare a trovarsi con i loro amici e a prepararsi per gli esami. Da lunedì riaprono quindi i nidi, le scuole materne, elementari e medie. Unica eccezione fa la scuola media di Conselice, che è sede del centro di accoglienza. Per questi ragazzi, in accordo con la dirigente scolastica, abbiamo previsto lo spostamento nelle scuole elementari di Conselice. Questo è un punto per il ritorno alla normalità molto importante. Le cose stanno migliorando, si sta prosciugando l'acqua, ma non è ancora tutta rientrata”, ha concluso la sindaca.

Nonostante l’annuncio positivo, è un panorama di desolazione quello che avvolge Conselice ora che a quasi tutti gli abitanti è stato consentito di tornare nelle case, rimaste per giorni sommerse dall’acqua.

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È in via Venezia e nelle strade laterali, nel quartiere oltre la ferrovia epicentro dell’alluvione, che la situazione appare più critica: quasi tutti i piano terra sono stati sgombrati.

In via Venezia Claudia si serve di un’idropulitrice per rimuovere lo strato di fanghiglia che ricopre il muro di cinta.

Come quasi tutti gli abitanti di questa parte del comune anche lei tenta di lavare alcuni oggetti nella speranza di salvarli: spesso purtroppo questo non accade.

La giovane non accetta che si punti il dito contro presunti residenti che non avrebbero voluto abbandonare le loro case: "Se a loro fosse stato chiesto di evacuare immagino che sarebbero evacuati".

Lei, come molti altri, lamenta il clima di incertezza diffusa che avvolge la città. "Per giorni non ci sono stati spiegati i motivi di natura idraulica che hanno fatto sì che Conselice sia rimasta sott’acqua per così tanto tempo", protesta Andrea, intento a ripulire la sua casa insieme ai due figli. Per loro il ritorno nell’abitazione di famiglia è segnato da un lato dalla constatazione che i muri in mattoni a vista sembrano aver superato indenni gli allagamenti – "fu mio padre a volerli così", spiega – dall’altro dalla constatazione che al piano terra non si è salvato praticamente nulla.

Conselice, una residente impegnata nelle operazioni di pulizia delle abitazioni dopo il rientro in seguito alla revoca, del tutto o in parte, delle ordinanze di evacuazione
Conselice, una residente impegnata nelle operazioni di pulizia delle abitazioni dopo il rientro in seguito alla revoca, del tutto o in parte, delle ordinanze di evacuazione

I camion e i ‘ragni’ deputati a ripulire la cittadina dai rifiuti lavorano a ciclo continuo: passano pochi minuti fra il momento in cui ricordi di famiglia vengono gettati in strada e quello in cui vengono caricati sul cassone, prima di partire per il loro ultimo viaggio verso discariche e inceneritori.

La quasi totalità dei cittadini ancora non si capacita di come Conselice sia rimasta sott’acqua per più di dieci giorni, e di quanto la catena di trasmissione fra Comune e popolazione sia parsa così debole.

"Abbiamo letto di misure coraggiose quali i ponti aerei di elicotteri attivati sull’Appennino, o della catena umana di forze dell’ordine fatta per consentire agli studenti di attraversare una frana uno a uno" commenta all’esterno del bar della piazza di Conselice Cristina Fabbri, residente in via Aldo Moro, una delle strade parte del quartiere che circonda il campo sportivo, il secondo epicentro dell’alluvione a Conselice. Ora lì la situazione sembra tornata alla normalità, ma pochi giorni fa i cittadini avevano perso la speranza che l’acqua potesse andarsene.

"Anche alla luce delle soluzioni all’avanguardia adottate altrove ci domandiamo come mai a Conselice la situazione sia potuta sfuggire di mano in quel modo".

In un clima simile è naturale che ciascuno avanzi le proprie congetture, alimentando la diffidenza diffusa che si respira pressoché ovunque nel piccolo comune.

"Nessuno del resto ci ha neppure dato una qualche risposta su come reagirà questa cittadina quando a settembre, verosimilmente, tornerà a piovere", protesta Marco Lolli, intento a rimuovere l’intero contenuto del piano terra dell’edificio in cui vive parte della sua famiglia.

"Sto valutando un’azione legale contro il Comune". Difficile dire ora se si trasformerà in una class action.