Conti svuotati, chiesti due anni Ma per la difesa mancano le prove

Vicina di casa accusata di circonvenzione nei confronti di due anziani di Basiago. Secondo le parti civili gli ammanchi ammontano a una somma di almeno 90-100 mila euro

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La procura ha chiesto la condanna dell’imputata a due anni di reclusione. Per la difesa invece - avvocato Laerte Cenni - non c’è alcuna prova del reato contestato: da qui la richiesta principale per un’assoluzione piena. Da parte loro i due figli della coppia di anziani, parte civile con gli avvocati Alice Rondinini e Nicola Montefiori, hanno chiesto provvisionali di circa 50 mila euro a testa. È quanto in sintesi accaduto ieri mattina davanti al gup Janos Barlotti e al pm Antonio Vincenzo Bartolozzi nell’udienza per rito abbreviato a carico di una 54enne accusata di circonvenzione di incapace nei confronti di due anziani coniugi suoi vicini di casa in una località, Basiago, che si trova alle porte di Faenza. Per eventuali repliche e sentenza, l’udienza è stata aggiornata ai primi di luglio.

Esiste un secondo fascicolo parallelo, tutt’ora pendente, aperto dal pm Cristina D’Aniello per l’ipotesi di reato di maltrattamenti circa la sorte dell’anziano, un 84enne deceduto in ospedale alla vigilia dell’Epifania. Dai risultati dell’autopsia depositati i primi di marzo, in sintesi non sono emersi segni riconducibili ad azioni violente ma il medico legale Donatella Fedeli ha evidenziato patologie e relative complicanze che, perlomeno in chiave accusatoria, potrebbero essere lette come conseguenza di inadeguate cure.

Secondo quanto ricostruito dalla procura, l’indagata in passato aveva lavorato nei campi degli anziani coniugi – il defunto e la moglie – in qualità di bracciante: ne era nato un legame nell’ambito del quale i tre erano sempre rimasti in contatto. Tanto che la 54enne nell’ultimo periodo continuava ad aiutare i due in varie incombenze domestiche. Uno dei figli a un certo punto aveva tuttavia presentato denuncia per circonvenzione temendo che la donna si potesse essere appropriata di cospicue risorse dei genitori approfittando del loro stato: per i due era di conseguenza scattata l’amministrazione di sostegno. Su questo versante, la vicenda aveva conosciuto un prologo: nel 2019 i due coniugi avevano presentato una denuncia contro i figli per maltrattamenti ritenuta tuttavia infondata tanto da essere archiviata.

Poco dopo i figli degli anziani avevano realizzato che i conti in banca dei genitori erano vuoti e che i due si erano addirittura risolti a vendere gli attrezzi agricoli del loro podere e a chiedere prestiti in giro tra amici e conoscenti pur di racimolare danaro. Le parti civili, sulla base dei saldi dei conti, hanno quantificato gli ammanchi in almeno 90-100 mila euro.

Il 23 dicembre l’anziano, a seguito di un evento traumatico – forse una caduta dalle scale –, non si era sentito bene: e allora era stata l’indagata, in quel momento presente in casa assieme alla moglie di lui, a chiamare il medico di famiglia il quale aveva poi somministrato un farmaco. Ma nemmeno così la situazione era migliorata: e allora lo stesso medico aveva chiamato il 118. L’anziano era stato ricoverato ed era morto nella notte tra il 4 e il 5 gennaio. Poco dopo era scattata una nuova denuncia nella quale uno dei figli aveva chiesto di fare luce.

a.col.