Contrariati anche i presidi "Usato un metodo poco rispettoso"

"Siamo rientrati a scuola il 23 maggio...avrebbero potuto dirlo subito". "I più emotivi all’orale sono svantaggiati"

Contrariati anche i presidi  "Usato un metodo poco rispettoso"

Contrariati anche i presidi "Usato un metodo poco rispettoso"

Il giorno successivo all’annuncio è quello della riorganizzazione, della corsa contro il tempo per concludere gli scrutini, dei nuovi calendari degli esami di terza media e maturità, che si terranno solo in forma orale. Se l’intenzione del ministro Valditara, che ha firmato l’ordinanza l’8 giugno, era di aiutare gli studenti dei territori alluvionati, qualcosa è andato storto. "Firmare l’ordinanza l’8 giugno sapendo che in Emilia Romagna le scuole chiudono il 7, non è un aiuto", spiega Paolo Taroni, dirigente dell’istituto comprensivo di Cotignola e della Ricci Muratori di Ravenna. "A Cotignola – prosegue – l’8 avevamo previsto la prima prova scritta, ho dovuto disdire in bacheca la sera prima". Ridisegnare tutto adesso, dice, sarebbe troppo complicato. "Senza gli scritti – osserva – sarebbe stato opportuno organizzare gli orali dedicando più tempo a ciascun alunno, ma non è possibile. Anche i ragazzi sono a disagio, perché affronteranno l’esame in una modalità di cui non abbiamo mai parlato. Mi sembra un metodo poco rispettoso nei confronti di chi lavora nella scuola, delle famiglie e degli studenti". Nessun dubbio sul fatto che i ragazzi delle aree alluvionate andassero aiutati. "Ma lo avremmo fatto comunque – conclude Taroni – e si potevano trovare altre formule, come consentire alle commissioni di preparare le prove scritte, così non si fa un favore ai ragazzi. Siamo rientrati a scuola il 23 maggio, avrebbero potuto dirlo subito".

Non si discosta molto l’opinione di Antonio Grimaldi, dirigente dell’Itis e del liceo scientifico. "Stiamo riorganizzando gli esami senza scritti – dice – e tutti i commissari sono stati confermati, ma non sono d’accordo". Grimaldi è convinto che questa soluzione finirà per penalizzare gli studenti. "Si sono preparati con impegno – prosegue – e ora sono delusi, gli sembrerà di aver fatto un esame a metà, invece è una prova importante per la loro formazione, che non si ripeterà. Le commissioni faranno il possibile per non metterli in difficoltà, ma sarebbe stato così in ogni modo". Gianluca Dradi, dirigente del liceo artistico, se da un lato apprezza "l’attenzione del Ministero nei confronti degli studenti delle zone alluvionate", dall’altro ritiene che l’ipotesi della commissione interna, a suo tempo, sarebbe stata migliore. "Un esame solo orale – osserva – non è detto che sia un vantaggio per gli studenti, perché la pluralità di prove fornisce anche più elementi di valutazione. E poi i più emotivi sono svantaggiati all’orale. Nella nostra scuola spesso la seconda prova scritta, quella dedicata all’indirizzo specifico, si tratti dell’elaborazione di un mosaico, di un quadro, di un modellino di architettura, è quella in cui i ragazzi vanno meglio, ora dovranno rinunciarvi. La buona intenzione viene tradita nella pratica. Starà alle commissioni d’esame, come sempre, applicare il buonsenso".

Annamaria Corrado