
La nota dolente è arrivata a pochi giorni dall'annuncio della crescita record del Campus di Ravenna: +12% di immatricolazioni rispetto all’anno precedente
Ravenna, 17 febbraio 2025 – A pochi giorni dalla notizia della crescita record del Campus di Ravenna – +12% di immatricolazioni rispetto all’anno precedente – arriva una nota dolente: dall’annata 2025-2026 il corso di laurea in ‘Storia, società e culture del Mediterraneo’ non sarà rinnovato. La causa principale è la carenza di iscritti, che non rende il corso di laurea sostenibile economicamente.
Lo spiega la professoressa Anna Chiara Fariselli, direttrice del dipartimento di Beni culturali di Ravenna: "Le decisioni all’origine delle disattivazioni, come pure delle riprogettazioni dei corsi di studio, sono prese nell’ambito dei consigli di dipartimento, così come è avvenuto in questo specifico caso, con voto concorde di tutti i professori e ricercatori che ne fanno parte. Allocare le risorse finanziarie pubbliche su progetti sostenibili è un atto di responsabilità da cui un’amministrazione dipartimentale non può esimersi”.
La disattivazione del corso potrebbe dare l’opportunità a nuovi progetti di nascere, contribuendo ulteriormente allo sviluppo del Campus cittadino. "In parallelo – continua Fariselli – vi è la possibilità di riprogettare altri corsi di studio che si sostengano sulle forze didattiche interne al dipartimento, il che testimonia l’investimento dell’ateneo sulla realtà ravennate”.
Il corso triennale in ‘Storia, società e culture del Mediterraneo’ è stato attivato quattro anni fa, ed è coordinato dal professor Michele Marchi. In questi anni ha ospitato conferenze di attualità, come ’Le strade verso Gaza’, tenuta dopo il recente scoppio del conflitto, e l’incontro con l’ex-ministro Marco Minniti sulla geopolitica del ’Mare nostrum’.
A dispiacersi della decisione è Andrea Giuliani, studente lavoratore di 48 anni, che definisce il corso “moderno e interessantissimo”, capace di “affrontare problemi attuali come immigrazione, politica, guerra e storia dei paesi intorno a noi”. Giuliani si dispiace anche della mancanza di lezioni online, che non permette a studenti lavoratori di “dare un’occhiata e ascoltare” le lezioni, opportunità che, al contrario, sarebbe un valore aggiunto. Su questo tema allo studente risponde il professor Federico Condello, delegato per le studentesse e gli studenti, che esordisce: “Ci dispiace per la sua amarezza, siamo consapevoli delle problematiche vissute dagli studenti lavoratori ed estremamente sensibili al tema: l’ateneo ha varato di recente misure specifiche per la conciliazione fra vita e lavoro, che saranno costantemente accresciute. L’attenzione dei nostri docenti è testimoniata dallo studente stesso”.