"Così aiutiamo i ragazzi più a rischio"

L’assessore al Welfare e Politiche giovanili, Davide Agresti, illustra i progetti del Comune di Faenza contro il fenomeno delle baby gang

"Così aiutiamo i ragazzi più a rischio"

"Così aiutiamo i ragazzi più a rischio"

Dopo l’ultimo episodio con protagonisti un gruppo di adolescenti che, secondo quanto raccontato, hanno aggredito in un locale del centro storico di Faenza un 21enne poi finito al pronto soccorso con un trauma al volto, in città ci si interroga sul fenomeno delle baby gang. Tra i punti caldi di Faenza, che contemplano un forte concentramento di giovani, nelle scuole i piccoli screzi tra compagni vengono a volte portati all’esterno. È ad esempio quanto accaduto un paio di settimane a uno studente aggredito in piazza Rampi da alcuni coetanei. "Su questi temi – spiega Michele Orlando, docente di una scuola superiore della città e molto coinvolto sui temi sociali – siamo un po’ tutti responsabili. Difficile dire cosa spinga realmente i ragazzi a questi comportamenti; spesso dietro ai futili motivi si nasconde rabbia repressa che i ragazzi non riescono a gestire. Purtroppo, per esperienza personale, mi sento di dire che manchi un filo diretto tra la famiglia e le strutture istituzionali come la scuola, gli educatori che possono essere ad esempio anche gli allenatori di società sportive che i ragazzi frequentano, insomma tra tutte le figure autorevoli che girano attorno alla vita dei giovani. C’è poi da sottolineare che gli adolescenti spesso sono influenzati da valori distorti, frutto di una cultura assorbita dai social, che non li porta a distinguere il bene dal male".

Sul fronte istituzionale l’Amministrazione comunale da tempo ha messo in campo alcune azioni proprio per non lasciare soli i ragazzi, specie quelli appartenenti a nuclei familiari più fragili. "All’interno dell’accordo-quadro sul tema della sicurezza – spiega l’assessore con delega al Welfare e alle Politiche giovanili, Davide Agresti – abbiamo implementato il supporto educativo portando a Faenza il nuovo servizio ‘L’educativa di strada’ che vede il coinvolgimento di educatori professionali i quali svolgono la loro funzione nei luoghi di aggregazione della città, come i parchi cittadini. Queste figure avvicinano i ragazzi in maniera informale portandoli a conoscere anche i gruppi più diffidenti e maggiormente a rischio, riuscendo ad ascoltare le loro frustrazioni, raccogliere le loro idee e riflettere assieme a loro. Dopo aver vinto la loro diffidenza viene offerta ai ragazzi una proposta educativa in alcuni spazi che in città abbiamo adibito per questo progetto. Il parco San Francesco è stato uno dei luoghi oggetto dell’attenzione degli educatori di strada e, assieme ai frati e al circolo della parrocchia, abbiamo individuato un luogo dove i ragazzi al pomeriggio possono ritrovarsi, stare assieme ed essere aiutati nello svolgimento dei compiti. Un servizio rivolto in particolar modo a ragazzi che noi conosciamo e che hanno bisogno del nostro aiuto". Per quanto riguarda il tema del supporto agli adolescenti, da febbraio è stato attivato anche il progetto socio-sanitario ‘Spazio adolescenza’, coordinato dal Centro delle famiglie e dall’Ausl, che vede il coinvolgimento di diversi professionisti: psicologi, neuropsicologi e in libero accesso.

Per quanto riguarda, invece, il caso specifico del 21enne faentino vittima dell’aggressione all’interno del locale manfredo le indagini da parte della Polizia di Stato proseguono e sembrano avviarsi verso l’identificazione dell’intero gruppo di aggressori che sabato notte hanno picchiato selvaggiamente il giovane.