Covid Ravenna: pronto soccorso sotto assedio VIDEO

I sindacati: "Grossi problemi nelle tante positività degli operatori e nella divisione degli spazi 'puliti’ e ’sporchi, ovvero Covid e non"

Pronto soccorso di Ravenna sotto assedio: letti ovunque e lunghe attese

Pronto soccorso di Ravenna sotto assedio: letti ovunque e lunghe attese

Ravenna, 11 dicembre 2020 - Si vedono decine di barelle, tutte occupate e affiancate: sono i posti letti che mancano. Le immagini arrivano dal Pronto soccorso di Ravenna, in questo momento impegnato nella difficile battaglia contro il Covid: mentre i reparti lottano per gli spazi e per mantenere tali le divisioni tra aree ‘sporche’ e ‘pulite’ (ovvero Covid e non), le barelle si accumulano. È una situazione che anche i sindacati conoscono bene: "Va avanti così da un po’ – spiega Paolo Palmarini, segretario generale Uil Fpl Emilia-Romagna – e ci vengono segnalate spesso situazioni in cui i pazienti attendono ore e ore, per non dire giorni, prima del ricovero. Ci sono criticità che vanno avanti da tempo nei due reparti di Medicina, e io credo che l’ospedale di Ravenna necessiti di una task force che monitori e intervenga su situazioni che non possono reggere alla lunga. Già negli anni passati, col picco influenzale, si verificavano dai 20 e fino ai 30 ‘appoggi’ di pazienti di Medicina che venivano ricoverati in altri reparti perché la Medicina era piena. Ora la pandemia ha aggravato le cose".

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Il segretario di Cgil Ravenna per la Sanità pubblica Claudio Laghi racconta che nei giorni scorsi anche i dirigenti degli ospedali del territorio hanno parlato del problema: "Ci è stata descritta una difficoltà nel collocare pazienti negativi bisognosi di un ricovero. L’ospedale di Ravenna ha due aree di Medicina: una al primo e l’altra al quarto piano. Molti di questi spazi sono ora aree filtro o Covid, e restano solo 18 posti per i pazienti non Covid".  

A preoccupare Laghi sono anche le positività tra gli operatori sanitari: "Dall’inizio dell’epidemia se ne sono ammalati oltre 2.000 in Romagna. Tra questi ci sono 281 medici ospedalieri, 85 medici di base, 994 infermieri della sanità pubblica e 232 nel privato, 653 oss che lavorano nelle strutture private e per gli anziani e 275 nella sanità pubblica. Attualmente il 4% degli operatori sanitari è positivo, ovvero 146 nel pubblico e 112 nel privato. Mantenere tali le divisioni tra i reparti sporchi e puliti è fondamentale, a Ravenna ad esempio a fine novembre c’è stato un grosso problema di contagi tra gli operatori della Medicina al quarto piano, poi strutturata diversamente". La divisione tra gli spazi è un tema caldo anche per Mario Cozza, segretario Fp Cisl Romagna: "Abbiamo fatto presenti più volte le criticità rispetto ai tempi d’attesa in Pronto soccorso per il ricovero e l’importanza di garantire percorsi separati tra sporco e pulito. Serve più organico e maggiori garanzie di sicurezza per il personale, perché far lavorare al meglio gli operatori significa proteggere meglio anche i cittadini".  

"Il Pronto soccorso è il collo di bottiglia – commenta anche Daniele Bedetti, segretario generale del sindacato indipendente SiCambiaCon –. L’impressione è che non siano stati presi provvedimenti radicali, e che si stiano solo rincorrendo le esigenze senza avere i format giusti e adeguati per risolvere i problemi. Anche la divisione dei livelli di occupazione dei posti in verde, giallo e rosso è superata: i letti occupati dai pazienti Covid sono di più di quelli previsti dal livello rosso".