Covid Ravenna, finse di vaccinare la figlia: perde la potestà

L’uomo partì da Belluno per incontrare il medico no vax Passarini e ottenere un Green pass falso, la madre si è rivolta al Tribunale

Una vaccinazione pediatrica (foto di repertorio)

Una vaccinazione pediatrica (foto di repertorio)

Ravenna, 11 febbraio 2022 - C’erano stati giorni di particolare tensione tra lui, convinto no vax, che di quel vaccino non ne voleva proprio sapere. E la ex, che invece insisteva per fare vaccinare la loro bimba contro il covid-19. Poi un giorno d’autunno all’improvviso da Belluno, dove abita, l’uomo si era messo in auto assieme alla figlia minorenne e alla nuova compagna per raggiungere l’ambulatorio di Marina di Ravenna del dottor Mauro Passarini.

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Quasi 320 chilometri tra lavori in autostrada e prime nebbie con un obbiettivo chiaro in testa, secondo l’accusa: prestarsi a false inoculazioni Pfizer per ottenere il Green pass. Una contestazione che oltre a un avviso di garanzia per falso in concorso con il medico ravennate, gli è ora costata la sospensione della potestà genitoriale in via cautelativa. La misura è stata adottata in seguito al ricorso dell’avvocato bellunese Federica Balcon per conto della madre della piccola e in attesa del provvedimento del Tribunale dei minori di competenza, quello di Venezia. I giudici hanno intanto già provveduto a sentire entrambi i genitori (l’uomo è rappresentato dall’avvocato ravennate Silvia Brandolini).

La misura cautelativa, adottata in via temporanea e urgente, non impedisce all’uomo di potere vedere la figlia: ma lo taglia fuori da qualsiasi decisione sulla minore, “anche e anzitutto in materia di salute”. Chiaro riferimento insomma a quanto accaduto nell’ambulatorio di Marina e alla condotta definita “illecita” sul vaccino: un atteggiamento doloso “in pregiudizio alla minore per ottenere un certificato falso”. Nel complesso la sortita rivierasca è stata fin qui inquadrata come “abuso dei poteri” inerenti l’esercizio della potestà genitoriale con pregiudizio sia della salute della minore che dei rapporti di fiducia tra genitori.

La vicenda si inserisce in una situazione tra ex conflittuale sfociata pure in un procedimento penale, in corso, per violazione degli obblighi di assistenza della minore. Ma soprattutto in grado di alimentare la clamorosa indagine della polizia – coordinata dal pm Angela Scorza – che il 10 novembre scorso era approdata all’arresto di Passarini e che ha fin qui portato al sequestro di ben 191 Green pass in odore di falso.

Il primo esposto ai magistrati risale al 6 ottobre scorso ma il primo atto della vicenda è del 3 settembre quando la donna aveva informa l’ex compagno di volere vaccinare la figlia. Lui aveva opposto un secco no: ma il 20 settembre le aveva inviato un messaggio per informarla di avere vaccinato la piccola giusto il sabato precedente, il 18. E di avere in calendario la seconda dose per il 17 ottobre, una domenica. A 14 giorni dalla prima inoculazione, la madre aveva deciso di sottoporre la ragazzina a un prelievo per determinare gli anticorpi ricevendo esito negativo.

Da tabulati erano poi emersi i contatti tra l’ex compagno e Passarini. E così gli agenti della Mobile ravennate nel pomeriggio di quel 17 ottobre all’arrivo dell’auto dei bellunesi, erano già pronti fuori dall’ambulatorio di Marina.