"Marina di Ravenna, da 4 anni un abusivo nel mio posto barca"

La denuncia dell’imprenditore svizzero Paolo Pasquali: "Lo diedi in affitto, ma l’inquilino non mi ha mai pagato. Ed è ancora lì"

"Ravenna, da 4 anni  un abusivo nel mio posto barca"

"Ravenna, da 4 anni un abusivo nel mio posto barca"

Ravenna, 15 maggio 2022 - L’inquilino è abusivo. Ma la questione non può essere risolta con un semplice sfratto. Del resto mica stiamo parlando di un appartamento bensì di un posto barca a Marinara. E non pensate a qualcosa tipo un garage del valore di una manciata di migliaia di euro: perché quando nel 2005 l’ormeggio in questione fu acquistato, costava 220 mila euro e garantiva al concessionario l’uso fino al 2054. Ad aggiudicarselo, era stato l’imprenditore svizzero Paolo Pasquali, oggi protagonista suo malgrado di una singolare vicenda sull’asse Lugano-Marina di Ravenna.

"Avevo creduto molto nel progetto del porto turistico di Marinara – ci racconta nel tentativo di riassumere una vicenda a tratti paradossale –. Il contesto era bello e comodo, all’interno di due dighe foranee". Ed ecco la decisione di investire in quel posto barca: "Era uno dei cinque progettati per ospitare imbarcazioni di 30 metri. Ne avevo una compatibile con quel taglio, facevo Adriatico e Croazia. Poi quando la spostai, il posto rimase vuoto". A quel punto decide di affidarsi a un’agenzia per darlo in affitto: del resto ogni anno tra quota concessionario e spese correnti, ci sono alcune migliaia di euro da sborsare. Per un paio d’anni non succede niente; quindi ad aprile 2018 si presenta l’“inquilino”: "Aveva un ‘Baglietto’, ex imbarcazione della guardia di Finanza demilitarizzata, e scoprii in seguito che arrivava da un attracco di Rimini. Non ho mai parlato con lui se non tramite qualche messaggio".

L’idea del nuovo arrivato è quella di aprire un bed & breakfast galleggiante: ma il progetto si arena. Un immobilismo che sembra coinvolgere pure il Baglietto. "Dopo un po’ mi disse di essere interessato all’acquisto ma non si trovò un accordo sul prezzo". Alla fine "gli chiesi di togliere gli ormeggi. Tutto per iscritto, volevo una rendicontazione". Da quel momento i toni cambiano e l’inquilino accampa l’esistenza di un accordo con l’agenzia sulla base del quale arriva a profilare una richiesta danni. "Solo un bluff, lui resta lì, il tempo passa e per un periodo si attaccata pure alla mia colonnina: cioè pagavo anche le utenze oltre al resto". La questione prende allora una piega legale: il 18 marzo 2019, tramite l’avvocato ravennate Paolo de Miranda, partono le prime intimazioni al pagamento delle indennità di occupazione – "applicando i canoni di mercato, siamo sui 30 mila euro" - e allo sgombero del posto. Nessuna risposta. E qui la trama si infittisce grazie al contributo di alcune ricerche: "Scoprimmo che la barca batteva bandiera olandese, che era di proprietà di una srl domiciliata a Imola il cui amministratore unico era una ragazza ignara di tutto e socio unico era la sorella del nostro. Cercammo di notificare la diffida alla sede della srl: zero effetti".

Ad aprile 2020 scatta la prima denuncia via pec alla Capitaneria: "Nessuna riposta e allora presi appuntamento". Seguono due viaggi da Lugano, entrambi infruttuosi. E successiva denuncia alla Stazione rivierasca dei carabinieri per lamentare l’inerzia. Poi il lungo stop del covid e finalmente "venni convocato per parlare con una sottotenente di vascello, persona molto capace. Appresi che erano già stati sentiti tutti”, compreso l’inquilino. Tuttavia a oggi “l’imbarcazione è ancora lì nonostante abbia attivato tutti gli strumenti civilistici e penali". Un po’ come se nel diritto all’ormeggio in area demaniale – perché è questo che si acquista con un posto barca – esistesse una zona grigia che impedisce di sfrattare gli abusivi. Ultimo sussulto quando, qualche tempo fa, "lessi sul Carlino Bologna che nell’ambito dei controlli per il reddito di cittadinanza, i carabinieri avevano stanato una persona che lo incassava pur avendo un’imbarcazione di 20 metri al porto di Marinara". Mica sarà lui?