Da vicesindaco Pri a forzista ’Sud chiama Nord’: corre Lega

Fra i nomi di molti candidati alla prima o quasi esperienza in fatto di elezioni, dai manifesti è spuntato pure quello di un veterano, e cioè Vincenzo Lega, ex-vicesindaco all’interno della giunta di Nerio Tura, ad inizio anni ‘90, quando ancora sedeva fra le fila del Partito Repubblicano Italiano, prima di una lunga militanza nel centrodestra e in Forza Italia. Oggi Lega è fra i candidati, in quarta posizione, della lista proporzionale di ‘Sud chiama Nord’, che tenta la propria corsa al Parlamento al grido di ‘De Luca sindaco d’Italia’. Il De Luca in questione è l’ex-sindaco di Messina, Cateno De Luca, noto per la propria verve e per alcune performance memorabili, come quando si spogliò di alcuni abiti all’interno dell’Assemblea regionale siciliana, in forma di protesta contro un bilancio in quegli anni poverissimo.

"Mi ha coinvolto in questa avventura Roberta Bravi, da Lugo, anche lei candidata nel listino", spiega Vincenzo Lega. "E’ un movimento composto prevalentemente di ex-amministratori, persone che conoscono la macchina pubblica, che sanno leggere e maneggiare il bilancio di un ente. Mi sono stati spiegati i valori alla base del movimento, li ho trovati convincenti. Ho detto sì". ‘Sud chiama Nord’ si propone essenzialmente quale un movimento impegnato a tenere il Meridione agganciato al resto d’Italia e d’Europa, e a tutelare le molte esperienze di rinascita cittadina che negli ultimi anni, in Sicilia così come in Puglia e Campania, ad esempio, hanno caratterizzato il sud. "Un movimento di questo tipo, con queste istanze, ha buoni motivi per presentare le proprie candidature anche nel centro e nel nord Italia. Sul lungo periodo si potranno anche ottenere dei successi". Sul breve il movimento terrà gli occhi puntati soprattutto sui suoi risultati in Sicilia, quelli che potrebbero consentirgli, in caso di exploit, di eleggere alcuni senatori. Vincenzo Lega non accetta che si giudichi il movimento ‘Sud chiama Nord’ estemporaneo: "ovunque manca la componente politica. Non ci sono più circoli, non c’è più discussione. La politica frequentata adesso è sparita. Le plance dei manifesti elettorali sono ancora per il 80% vuote, ma ci rendiamo conto?"

Filippo Donati