Dai manifesti sui muri alle lettere anonime Ex amante di nuovo a processo per stalking

La compagna dell’uomo con cui la donna aveva avuto una relazione ha ripreso a ricevere anche telefonate con musica di film horror

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Di nuovo a processo per stalking contro la compagna dell’uomo con cui aveva avuto una relazione. La prima volta l’imputata, una ultraquarantenne ravennate di professione barista, era finita alla sbarra dopo aver imbastito una campagna di insulti contro la rivale dai social network, pure utilizzando un falso profilo, alle lettere, dalle telefonate ai muri della città. Nel 2016, in particolare, non erano di certo passati inosservati i manifesti attaccati sui muri di Russi durante la celebre Fira di Sett Dulur, sui quali la rivale veniva indicata come “cornuta”. Da lì la richiesta della procura (pm titolare Angela Scorza) degli arresti domiciliari per la ultraquarantenne. Il gip Antonella Guidomei aveva però scelto di imporre alla ultraquarantenne, difesa dall’avvocato Silvia Brandolini, di stare ad almeno mezzo chilometro dall’ex, dalla compagna di lui e dai luoghi frequentati dai due. La vicenda si era conclusa però con un non luogo a procedere perché la compagna dell’uomo, difesa dall’avvocato Carlo Alberto Baruzzi, in seguito a un accordo economico aveva deciso di ritirare la querela.

La tranquillità per la coppia però è durata poco più di un anno al termine del quale sono iniziate le condotte che hanno portato la compagna dell’uomo a sporgere di nuovo denuncia per stalking nei confronti della ex amante di lui e ieri mattina in tribunale a Ravenna, davanti al giudice Cristiano Coiro (Vpo Claudia Lapazi) è iniziato il processo. E a raccontare quanto accaduto dal giugno 2019, ieri, è stata la rivale della ultraquarantenne al cui indirizzo e all’indirizzo del bar dove lavorava, sono iniziate ad arrivare una serie di lettere anonime, confezionate e regolarmente affrancate proprio come quelle ricevute tra il 2016 e il 2017. Il contenuto? Un chiaro riferimento al fatto che la donna fosse “cornuta” con tanto di immagini di corna. Non solo: a casa della donna e dei familiari o al bar dove lavorava sono iniziate di nuovo ad arrivare telefonate anonime mute o con la musica da film horror. Una serie di episodi che, come ha spiegato lei stessa ieri mattina in aula, le hanno iniziato a provocare uno stato d’ansia e di agitazione. Ma la situazione è anche peggiorata quando le lettere e le telefonate mute o con la musica da film horror sono iniziate ad arrivare anche in negozi ed esercizi commerciali di Russi, frequentati dalla donna. E ancora lettere, tra cui due arrivate tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 e consegnate subito dopo in questura: una con un toro e un asino, inviata al bar dove lavorava la donna vittima dello stalking e una con una signora che fa il gesto delle corna, indirizzata a casa di lei. Il tutto è finito agli atti del processo, il secondo che vede alla sbarra la ultraquarantenne, che è stato rinviato a metà dicembre. A questo punto toccherà ai testimoni raccontare una questione privata, diventata di dominio pubblico dal 2016 quando sui muri di Russi sono comparsi i manifesti in cui veniva palesato il tradimento.

m.m.