ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Dal bacio negato al processo in tribunale

Un 46enne di Bagnacavallo imputato di tentata violenza sessuale per l’approccio non gradito su una giovane fuori dal lavoro

Il tribunale di Ravenna

Il tribunale di Ravenna

L’amicizia nata nel locale di Bagnacavallo dove lei lavorava, lo scambio dei numeri di cellulare, l’invito a cena, il regalo nel parcheggio davanti all’auto e il tentativo di baciarla. Tutto, per l’accusa, s’era trasformato in un tentativo di violenza sessuale. È il reato del quale è stato chiamato a rispondere un 46enne bagnacavallese difeso dall’avvocato Edy Guerrini nel processo che è entrato nel vivo ieri mattina davanti al collegio penale del tribunale di Ravenna presieduto dal giudice Cecilia Calandra. Davanti ai tre giudici e al pm Angela Scorza, in particolare è stata sentita proprio la ragazza, una giovane della Bassa Romagna costituitasi parte civile con l’avvocato Alessandra Giovannini. E, in buona sostanza, ha confermato quanto già a suo tempo aveva detto davanti ai carabinieri.

La vicenda risale alla notte del 26 agosto 2023. La giovane, secondo l’accusa, si trovava al lavoro quando si era presentato il 46enne per chiederle se, come si erano detti una ventina di giorni prima, se lei fosse ancora disponibile per andare a mangiare il sushi assieme. La ragazza aveva indicato il lunedì per pranzo. In seguito l’uomo le aveva detto di avere un regalo per lei: le sarebbe bastato seguirlo fino alla vettura parcheggiata a poche centinaia di metri. Una volta ricevuto il pacchetto - prosegue l’accusa -, lei, per la stanchezza, si era appoggiata all’auto: e allora lui aveva alzato le braccia verso il tettuccio intrappolandola contro la scocca; a quel punto l’uomo - prosegue l’accusa - aveva provato più volte a baciarla nonostante il rifiuto della giovane. "Io a un amico non lo bacio in bocca, al massimo sulla guancia in segno di amicizia", aveva detto lei davanti all’insistenza di lui. La ragazza era tornata al lavoro: là dove lui poco dopo l’aveva raggiunta insultandola per via di quel bacio rifiutato. Poi l’uomo era uscito e si era spostato con l’auto. Lei allora aveva chiamato l’ex compagno chiedendogli di andarla a prendere: e anche mentre questi era presente, il 46enne - sempre secondo le indagini - aveva continuato a chiamare sfidando pure l’ex: "Vieni qua, fatti vedere, ti aspetto qui davanti".

La ragazza, su consiglio delle forze dell’ordine, era quindi riuscita a prendere la targa dell’auto del 46enne e si era recata pure in pronto soccorso dove tuttavia non le avevano a suo dire lasciato un referto dato che non aveva segni addosso e non appariva sotto choc. Per l’imputato tuttavia quella notte le cose non erano affatto andate in quel modo: per questo ha deciso di affrontare il dibattimento. Nella prossima udienza, fissata per inizio luglio, parleranno i testi dell’accusa.