Dal gas all’eolico. Rosetti, nuovo impianto

Salpata ieri pomeriggio. Intanto si attende per giovedì prossimo la decisione del governo su dove estrarre due miliardi di gas

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A metà marzo la partenza del modulo alloggi della piattaforma Tyra II destinata all’omonimo sito estrattivo del Mare del Nord: una piattaforma, del peso di oltre 5.400 tonnellate, realizzata dalla Rosetti Marino e con un particolare significato perché con la sua capacità produttiva renderà la Danimarca indipendente per quanto riguarda l’approvvigionamento di gas. Ieri pomeriggio dal cantiere di Marina di Ravenna è partita invece la parte sommersa di un impianto eolico (jacket eolico T34) del peso di 1500 tonnellate e alto 60 metri.

Si tratta del secondo jacket di una serie di tre ordinati alla Rosetti dal cliente francese Chantiers de l’Atlantique. La struttura è destinata al campo eolico di Fecamps, in Francia. Il primo impianto é stato consegnato nel giugno di un anno fa, mentre il terzo è attualmente in costruzione sempre presso il cantiere Rosetti con una consegna prevista per metà settembre. Anche questa commessa conferma le straordinarie potenzialità delle aziende ravennati, che hanno acquisito esperienza pluridecennale operando nel settore oil&gas (in Adriatico esclusivamente gas) e ora sono in grado di rispondere alle esigenze di chi investe nelle rinnovabili, come l’eolico. Per questo da tempo viene chiesto il riconoscimento di Ravenna come "capitale della tecnologia energetica", proprio perché è in grado tenere assieme tutte le fonti energetiche necessarie alla transizione ecologica. Da questo punto di vista, Ravenna gioca la sua partita su altri due tavoli. Uno è quello delle navi rigassificatrici: è certo che il terminal a mare (che assomiglia a un ragno con tante zampe) è già pronto per ricevere gas liquefatto e che si sta cercando una nave ad hoc negli Stati Uniti, mentre alcune realtà, come Piombino, si stanno smarcando perché non hanno tecnologia pronta e altri, come Brindisi, si aggiungono. Infine l’estrazione di gas. A settimane dall’annuncio della necessità di aumentare la produzione di gas italiano, giovedì il governo potrebbe adottare provvedimenti concreti.

Secondo fonti di settore, per l’aumento di 2 miliardi di metri cubi di gas nazionale il Governo penserebbe a un emendamento ‘di dettaglio’ e non a una accelerazione con un nuovo decreto sblocca-trivelle che andrebbe a modificare il Pitesai, il piano delle aree dove è possibile estrarre gas, tanto controverso. In questo modo le piattaforme Argo e Cassiopea di Eni in Sicilia non sarebbero incluse nelle zone vietate alle attività di estrazione. Così facendo la produzione potrebbe ripartire dalla Sicilia dove le stime indicano in 10 miliardi di metri cubi il potenziale in termini di riserve di gas. Nello stesso provvedimento rientrerebbe anche la ripresa, marginale, delle estrazioni in Adriatico, tra Emilia Romagna e Marche dove però di riserve ce ne sono da 50 a 70 miliardi di metri cubi. Nel provvedimento che giovedì in consiglio dei ministri sono attese anche semplificazioni negli iter relativi alle rinnovabili.

lo.tazz.