"Paziente uccisa da Daniela Poggiali", rinvio a giudizio per primario e caposala

L'accusa è di omicidio volontario con dolo eventuale

Daniela Poggiali (Foto Corelli)

Daniela Poggiali (Foto Corelli)

Ravenna, 5 ottobre 2018 - Tanti i campanelli d'allarme: eppure per la Procura loro non due avevano adottato tutte le misure in loro potere per impedire la morte della paziente 78enne Rosa Calderoni, uccisa secondo l'accusa all'ospedale di Lugo la mattina dell'8 aprile 2014 dall'ex infermiera Ausl Daniela Poggiali con una iniezione letale di potassio. Una ricostruzione, quella delineata dai Pm Alessandro Mancini e Angela Scorza, che è costata il rinvio a giudizio per omicidio volontario con dolo eventuale dell'allora primario e dell'allora caposala, entrambi in pensione, del reparto di Medicina dell'ospedale 'Umberto I'.

Si tratta del 69enne Giuseppe Re, di origine siciliana ma residente a Bologna. E della 63enne Cinzia Castellani, di origine ferrarese ma residente a Fusignano. Il Gup Antonella Guidomei nel dispositivo ha fatto presente tra le altre cose che le difese si sono concentrate sulla mancanza del dolo, aspetto il cui vaglio spetterà all'istruttoria: processo al via il 27 febbraio 2019 davanti alla Corte d'Assise di Ravenna. L'Ausl Romagna sarà presente sia come parte civile che come responsabile civile in quanto citata dai figli della defunta, pure loro parte civile.

Per quanto riguarda la Poggiali, alla condanna in primo grado all'ergastolo era seguita l'assoluzione in appello ma a luglio la Cassazione ha bocciato la sentenza: verrà dunque giudicata in un appello bis.

Daniela Poggiali (foto Corelli)
Daniela Poggiali (foto Corelli)

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