Daniela Poggiali, via al processo d'appello-bis per l'ex infermiera di Lugo

Il dibattimento a Bologna: si partirà dall’annullamento dell’assoluzione in Cassazione

Daniela Poggiali all'arrivo in tribunale a Bologna (foto Schicchi)

Daniela Poggiali all'arrivo in tribunale a Bologna (foto Schicchi)

Ravenna, 10 aprile 2019 - Tocca macinare gli antichi gradini di una magnifica scalinata interna per raggiungere la corte d’assise d’appello di Bologna. L’ultima volta che Daniela Poggiali li aveva pestati uno a uno fino alla sua aula (foto), lo aveva fatto stretta tra una nuvola di agenti della polizia penitenziaria. Era il luglio del 2017, e nella voce del presidente della corte s’era fatto largo lo scenario al quale chissà quante volte la 46enne ex infermiera Ausl aveva pensato durante i 1.003 giorni trascorsi in una cella: assolta «perché il fatto non sussiste».

Assolta perché secondo i giudici bolognesi, lo scenario di una morte naturale era quello che meglio poteva spiegare il decesso di Rosa Calderoni, paziente di 78 anni morta la mattina dell’8 aprile 2014 a poche ore dal ricovero all’ospedale ‘Umberto I’ di Lugo. Uno scompenso ipoglicemico, chissà: in tal senso, nemmeno i tre periti nominati in appello, si erano sollevati sopra all’asticella delle ipotesi. E guardato in quel momento, l’ergastolo pronunciato in primo grado dalla corte d’assise di Ravenna, appariva quasi roba da archivio di giornale. La foto finale di quel momento, era di lei libera e sorridente appena oltre le mura del carcere, stretta dall’abbraccio delle amiche, dei familiari e del fidanzato.

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Luglio, questa volta del 2018. In Cassazione nuovo serrato confronto tra le parti: e c’erano volute due udienze per venirne a capo con un secco annullamento dell’assoluzione. Un esito capace di rimettere tutto di nuovo sul tavolo di una corte d’assise dall’appello. Stessa la città, Bologna. Diversa la sezione che dovrà giudicare.

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Si ripartirà esattamente da qui questa mattina. L’udienza è stata fissata per le 9, i testimoni – quattro in tutto – sono stati convocati per le 11. L’imputazione per la Poggiali ormai la conosciamo: l’omicidio pluriaggravato di quella sua paziente 78enne e il peculato delle due fiale di potassio grazie alle quali le viene attribuito il delitto.

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I magistrati della Suprema Corte hanno già chiarito che non servirà nessuna super-perizia: i giudici dell’appello-bis dovranno semmai compiere una «nuova valutazione dell’interno compendio indiziario». Chiaro che nell’ambito dell’indipendenza di ogni tribunale, il significato esatto di quella «nuova valutazione» lo conosceremo solo quando il presidente della nuova corte pronuncerà la nuova sentenza. E per quanto riguarda Daniela Poggiali, avrà naturalmente facoltà di partecipare, di essere pure ascoltata se lo riterrà opportuno. Come del resto era già accaduto nel 2017: l’unica differenza sta nel fatto che ora, nel caso, non ci dovrà essere nessuna scorta di agenti ad accompagnarla su per gli antichi gradini del tribunale.