FILIPPO DONATI
Cronaca

Danni a San Martino in Gattara. Crepe e calcinacci alla materna

La scossa delle 5.10 si è fatta sentire soprattutto nella frazione più montana di Brisighella. Sopralluogo della Protezione civile. Si cercano soluzioni alternative, anche in canonica.

Danni a San Martino in Gattara. Crepe e calcinacci alla materna
Danni a San Martino in Gattara. Crepe e calcinacci alla materna

E’ a San Martino in Gattara, la frazione più montana del comune di Brisighella, a poche decine di metri dal confine con la Toscana, che le scosse della notte fra domenica e lunedì, il particolare quella delle 5.10 del mattino, la più forte, hanno causato i maggiori danni all’interno del territorio della Provincia di Ravenna. Fin da subito le attenzioni si sono rivolte verso la scuola materna, il cuore della comunità, che ogni giorno accoglie venticinque bambini: quindici provenienti da San Martino e dalle vicinanze, e dieci dalla Toscana. All’esterno, sulla piazzetta posta fra la scuola e la chiesa, un gruppo di cittadine si è radunato all’esterno delle case, un po’ per la paura di tornare all’interno, un po’ in attesa del sopralluogo dei tecnici della Protezione civile della Regione, che arrivano insieme all’assessore delegato Dario Laghi.

La situazione appare sin da subito non semplice: sul lato più a sud del fabbricato della scuola si nota a terra molta polvere di calcinacci, caduta dalle parti superiori. L’edificio, in sasso, piuttosto antico, è stato oggetto di lavori di messa in sicurezza circa un decennio fa, durante i quali furono collocati i vetrini, utili per capire, in casi come questi, se le pareti si siano allontanate le une dalle altre. E purtroppo è proprio questo quel che è accaduto: all’interno le crepe nei muri sono piuttosto numerose: "molte coinvolgono solo l’intonaco", evidenzia per la Regione l’ingegnere Giulia Bernagozzi, "ma altre appaiono più profonde, in particolare sull’ala sud". E’ proprio qui, dove sono posti il dormitorio e alcuni magazzini, che i vetrini posti a monitoraggio delle pareti sono solcati da alcune crepe. Il responso, benché occorrano nuove verifiche più approfondite, è chiaro: "per 24 ore è bene che la scuola rimanga chiusa", fanno notare i tecnici regionali. "Già nelle prossime ore saranno fatti nuovi sopralluoghi, e decideremo se aprire di nuovo la scuola, tenerla chiusa o vietare l’accesso solo all’ala sud – specifica l’assessore Laghi – . In alternativa, siamo pronti a ricollocare temporaneamente i bambini nella canonica della parrocchia di San Cassiano, all’ex-asilo del convento Emiliani, a Fognano, o al limite all’asilo di Brisighella". La scuola materna è il maggior orgoglio di San Martino in Gattara, frazione posta a 300 metri sul livello del mare, che grazie alla linea ferroviaria tra Faenza e Firenze ha sempre visto attenuati i disagi di molte aree interne, al punto da avere una materna frequentata da ben 25 bambini. "Ora invece siamo da sei mesi senza il treno, e adesso ci chiudono pure la scuola", ripetono sconsolate le abitanti: una comunità già provata dallo stop alla circolazione ferroviaria imposto dalle frane che dopo le alluvioni di maggio minacciano i binari. Alcune crepe di portata rilevante sono comparse pure nella chiesa, di impianto romanico e ampiamente rimaneggiata nel Novecento, che ha lo stesso nome della frazione: San Martino in Gattara. Qui alcune nuove fessurazioni – nell’intonaco, ma anche nella struttura sottostante – si sono sommate a quelle precedenti. "Quella crepa era già lì?", domandano i tecnici della Protezione Civile. "No, quella è nuova", ammette sconsolato il parroco Mirko Santandrea. Nel mirino le volte delle cappelle laterali, che con le scosse sismiche si potrebbero essere leggermente allargate. Un responso definitivo sull’agibilità della chiesa arriverà dopo ulteriori controlli nelle prossime ore.