
Schiamazzi, degrado ed episodi di microcriminalità nella zona della stazione ferroviaria di Faenza. Queste le circostanze che fine ottobre hanno spinto un residente di via Oriani a Faenza a organizzare una raccolta firme a cui è seguito l’invio di un esposto alle autorità. Nelle scorse settimane all’interno delle buchette della posta delle abitazioni situate tra viale Baccarini, via Laghi, viale IV novembre e via Oriani, cioè nelle zone residenziali adiacenti al ‘viale della movida cittadina’, era stata imbucata la copia di una lettera firmata in cui si specificavano le modalità di adesione e gli esercizi commerciali nei quali sarebbe stato possibile sottoscrivere il documento. "Sono un concittadino che risiede in via Oriani – si legge nella lettera –. Gli ultimi fine settimana (riferiti al 6 e al 20 ottobre, ndr), l’apertura della discoteca alle fasce di età più giovani ha comportato notevoli disagi per i residenti delle zone limitrofe. A seguito di colloqui informali con la Polizia locale mi è stato consigliato di formalizzare un esposto".
Il residente ha poi elencato punto per punto i comportamenti che avrebbero costituito disagio: "Gli schiamazzi e le urla iniziati alle 23.30 sono proseguiti fino dopo le 4.30 del mattino. Durante queste ore venivano commesse innumerevoli effrazioni, consumati alcolici, e assunte e scambiate sostanze illegali". Azioni ed episodi che saranno da accertare. E che secondo il cittadino e i firmatari dell’esposto si devono "alla mala movida della discoteca e dei locali limitrofi". Resta inteso che gli episodi oggetto dell’atto, documentati anche fotograficamente, si sarebbero consumati per strada, al di fuori dei locali citati. Per oltre una settimana sono stati resi disponibili i moduli, in un edicola, un negozio di articoli sportivi, una tabaccheria e un negozio di tessuti, nei quali si sono recati una ventina di residenti per firmare l’adesione. E altri residenti ancora, come confermano le attività, si erano fatti avanti anche dopo il 6 novembre, data conclusiva della raccolta delle firme. Gli esercizi commerciali, pur rendendosi disponibili a ‘ospitare’ la raccolta firme, hanno precisato di non aver sottoscritto il documento. In ogni caso nei giorni scorsi, come confermato da Palazzo Manfredi, è stato anticipato via posta elettronica l’invio dell’esposto via pec, indirizzato a Comune, Prefettura e Questura. Il materiale raccolto, le fotografie e le firme saranno quindi ora protocollati e verosimilmente il tema sarà presto trattato dalle autorità competenti in materia di pubblica sicurezza.