FILIPPO DONATI
Cronaca

Discarica fantasma, rifiuti già arrivati nel Santerno: tutti in attesa. La Toscana spieghi

Regione Emilia-Romagna e Arpae aspettano la relazione da Firenze. Fari puntati sulle paratie nel rio Rovigo. L’alt di Legambiente: “Prima di mandare i nostri volontari capire bene di che materiali si tratta”

Discarica fantasma, rifiuti già arrivati nel Santerno: tutti in attesa. La Toscana spieghi

Palazzuolo sul Senio (Firenze), 25 marzo 2025 – Un confine anomalo che è un retaggio dell’Italia pre-unitaria, dove oggi si stagliano letteralmente reti di contenimento per fermare l’onda di discarica che dal passo della Sambuca – quota 1000 metri nel cuore dell’Appennino – corre verso il Santerno, Imola e il Reno. Il rio Rovigo in cui sono colate le tonnellate di rifiuti riemerse dalla frana che ha squarciato la montagna sorge in territorio toscano, ma nel bacino dei fiumi emiliani: il torrente corre attraverso le montagne per sfociare nel Santerno tra Firenzuola e Castel del Rio.

Uno smottamento causato dal maltempo dei giorni scorsi ha scoperto una discarica degli anni ’70 tra Palazzuolo e Firenzuola: i rifiuti sono precipitati nel rio Rovigo
Uno smottamento causato dal maltempo dei giorni scorsi ha scoperto una discarica degli anni ’70 tra Palazzuolo e Firenzuola: i rifiuti sono precipitati nel rio Rovigo

L’incubo nato dalla discarica del ‘71 insomma nasce in Toscana ma parla romagnolo, in quella che è una giungla di competenze. Arpae spiega di essere in attesa della relazione dei tecnici di Arpat, che la diramerà probabilmente nelle prossime ore. La Regione Emilia Romagna rimane col fiato sospeso, augurandosi che le paratie collocate lungo il Rovigo fermino quanti più rifiuti possibili, benché i primi, in avanscoperta, si siano già affacciati lungo il Santerno.

Nel frattempo la portata degli interventi da mettere in campo si fa di ora in ora più difficile: l’arrivo qui di centinaia di volontari appare decisamente complicato. “Stiamo riflettendo circa la fattibilità dell’intervento – confida Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana –. Faremo un sopralluogo con degli esperti. Prima di mandare dei volontari in una situazione come quella abbiamo bisogno di garanzie. In primis la caratterizzazione dei rifiuti: abbiamo letto le rassicurazioni circa il fatto che si tratterebbe di rifiuti solidi urbani, ma prodotti, ricordiamolo, nel 1971, quando in discarica andava sostanzialmente quasi qualsiasi materiale”.

La natura dello sversamento, nonostante i sopralluoghi compiuti a vista, è infatti ancora avvolta nel mistero: non figurando nella mappatura della discariche compiuta dalla Regione Toscana, di fatto non esiste un documento in cui sia messa nero su bianco. “C’è poi un tema riguardante il luogo, a dir poco impervio”, prosegue Ferruzza. Il passo della Sambuca in quel punto è posto intorno a quota mille metri: da lì la colata di rifiuti corre verso il corso del rio Rovigo compiendo un balzo quasi verticale per alcune centinaia di metri. “Da ultimo – conclude Ferruzza – c’è anche un tema legato all’assicurazione di chi si avventurerà sul posto”.

Nel frattempo è difficile immaginare che l’ambiente non abbia pagato un qualche tipo di tributo: “Le acque del rio Rovigo erano fra le più pulite di tutta la vallata del Santerno – evidenzia per l’associazione Geolab Giacomo Buganè –, un vero paradiso naturale”. Scrigni di biodiversità in cui non era raro imbattersi nei gamberi di fiume. “Quel disastro è avvenuto nell’ultimo posto in cui si sarebbe dovuto verificare. Terremo alta l’attenzione circa la presenza di macro e microplastiche”. I fantasmi degli anni Settanta nel frattempo hanno già in parte raggiunto il Santerno: nella corsa di Romagna e Toscana contro il tempo, quest’ultimo sembra ora in netto vantaggio.