’Dolce come un ricordo’

Il primo romanzo di Raffaella Superga Prencipe, medico otorinolaringoiatra

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È dedicato alla bisnonna Giulia, una donna forte e coraggiosa, sempre in grado di vedere il lato positivo della vita malgrado le mille difficoltà, il primo romanzo di Raffaella Superga Prencipe, medico otorinolaringoiatra del polo sanitario Santa Teresa del Bambin Gesù di Ravenna. Si intitola ‘Dolce come il ricordo’, il libro edito dal Gruppo Albatros che sarà presentato dall’autrice, in dialogo con Monica Leonardi, questa sera alle 19 all’Hotel Cube di Ravenna.

Superga Prencipe, quando nasce il suo rapporto con la scrittura?

"Da lontano, dagli anni del liceo, quando mi divertivo a scrivere poesie e piccoli racconti, mettendo su carta ciò che immaginavo. Ho vinto anche premi e concorsi e la mia insegnante di lettere mi spronava a proseguire in questa direzione".

Invece lei ha deciso di diventare medico, la prima passione?

"In un certo senso, sì. È la professione che ho sempre desiderato fare per il bisogno di aiutare il prossimo. Quando scrivo, al contrario, sento di aiutare soprattutto me stessa a tirar fuori la mia parte più recondita e le emozioni che sono abituata a tenere a freno".

Quando ha scritto il suo primo romanzo?

"Per ragioni di tempo ho abbandonato a lungo la scrittura, gli studi e il lavoro mi assorbivano troppo. L’ho ripresa più di recente quando la mia attività era ormai avviata. Ho finito il romanzo qualche anno fa, ed ero già pronta all’uscita prima che scoppiasse la pandemia. Ma ho desistito, così l’ho visto e rivisto e anche cambiato in alcune parti. Prezioso è stato il sostegno del mio compagno che ha capito l’importanza di assecondare questa mia attitudine".

Cosa temeva maggiormente? "Questo libro per me è come un figlio… Condividere delle emozioni ed esporsi non è mai semplice soprattutto per chi, come me, svolge una professione medica. Credo che l’essere umano abbia tante sfaccettature, spesso in Italia si tende a ‘incasellare’ le persone in un solo ruolo".

‘Dolce come un ricordo’ è una storia di sentimenti ambientata negli anni ’20 in un piccolo paese del Sud, Manfredonia…

"Il luogo è legato alle mie origini pugliesi, è lì che ha vissuto la mia bisnonna Giulia a cui il libro è dedicato".

Che donna è stata?

"Molto combattiva e forte, una femminista, che cerca il suo personale riscatto in un paese in cui la gente è più brava a sparlare che a fare. In una mattina d’estate incontrerà il compaesano Matteo, con cui nascerà un certo affetto. Costretto a emigrare in Argentina, il loro sarà un percorso complicato e avvincente…".

Roberta Bezzi