Ravenna, 10 settembre 2024 – Un quartiere intero resta attonito di fronte alla tragedia che si è consumata in via Lolli. Tra i più sconvolti c’è la sorella di Enzo, incapace di capacitarsi di quanto accaduto. "Piera sarebbe dovuta andare in una struttura domani (oggi; ndr). Ma evidentemente lui non ha retto. La curava come fosse una bambina. È una disgrazia, quando capitano certe malattie... Lui era disperato all’idea di non vederla più in casa. Era convinto che nessuno l’avrebbe mai curata come faceva lui". Con parole semplici e cariche di dolore, la donna cerca di dare una spiegazione a un gesto che, seppur devastante, non sembra privo di un doloroso senso di inevitabilità.
"Era malata da più di dieci anni", continua la sorella, "la malattia era ormai in fase terminale, ma lui l’adorava, era stata la donna della sua vita, una donna molto bella. Mi diceva sempre: ’Il mio pensiero non è quello di morire, ma di lasciare lei da sola’. Certo, non avrei mai pensato che sarebbe potuto arrivare a tanto, ma il suo è stato il gesto di un uomo disperato, che viveva per lei".
La sofferenza di Enzo, si capisce dalle parole della sorella, non era soltanto fisica, ma soprattutto emotiva. "Non usciva più, non veniva più alle cene. Viveva solo per Piera. Cercavamo di aiutarlo, i figli erano sempre a disposizione, ma lui voleva fare tutto da solo".
Il racconto della sorella dipinge il ritratto di un uomo devoto, che non ha mai voluto cedere il compito di accudire sua moglie.
"Le preparava i pasti, le tritava il cibo, la imboccava. Faceva tutto lui, come se lei fosse una bambina. Certo, c’erano badanti che lo aiutavano, ma per lui era come se solo le sue mani potessero davvero occuparsi di Piera". Il peso di quella responsabilità, che per anni Enzo ha portato con una dedizione quasi sovrumana, deve essere diventato insopportabile di fronte all’idea di doverla lasciare in mani estranee, in una struttura.
Anche i vicini non riescono a capacitarsi di quanto accaduto. "Era una persona buonissima, di grande cultura", racconta una vicina. "Lo vedevamo sempre curare le piante sul terrazzo, era attento a tutto, e soprattutto si dedicava completamente a sua moglie". Il volto della donna si fa triste mentre aggiunge: "Ora mi fa una tenerezza infinita. Se ha fatto quello che ha fatto, vuol dire che non vedeva altre vie d’uscita. Per noi è stato un fulmine a ciel sereno. Mai avremmo pensato che potesse accadere una cosa del genere, perché lui era sempre gentile, salutava tutti, una persona d’oro". "È terribile, ma allo stesso tempo, non si può giudicare una situazione così dolorosa", conclude un altro residente della zona. "Non possiamo sapere cosa si prova quando si vive una tragedia così da vicino".