Don Desio riparte dagli anziani e cambia centro per i domiciliari

Dalla clinica umbra per preti finisce in casa di riposo lombarda

Il centro in provincia di Varese

Il centro in provincia di Varese

Ravenna, 4 giugno 2016 - La sua vita riparte dagli anziani. Giovanni Desio, l’ex parroco di Casal Borsetti condannato per avere fatto sesso con dei minorenni, è passato nella struttura di Barza d’Ispra, in provincia di Varese, della congregazione dei Servi della Carità, meglio conosciuti come sacerdoti guanelliani. Ed è lì che il 54enne, originario della vicina Saronno, rimarrà ai domiciliari fino all’esito della Cassazione la cui udienza non è stata ancora fissata.

All'interno del labirintica e magnifica villa settecentesca, dovrà occuparsi degli anziani ospiti della casa di riposo e del centro diurno integrato. Un percorso rieducativo che sa quasi di contrappasso alla luce della condanna rimediata fino all’appello dall’ex don (già ridotto allo stato laicale) a otto anni e otto mesi di carcere (due in meno del primo grado) in relazione a rapporti sessuali avuti con quattro ragazzini a lui affidati di età tra i 12 e i 15 anni perlopiù all’interno della canonica della parrocchia rivierasca che aveva guidato per 13 anni prima che la polizia lo arrestasse la mattina del 5 aprile 2014 mentre stava facendo le prove per un matrimonio. ‘Zio John’, come lo chiamavano i suoi parrocchiani, in quel momento era pure direttore del settimanale diocesano ‘Risveglio 2000’, e forse per questo è stato destinato perlopiù alla biblioteca. Dovrà inoltre leggere il giornale per quegli anziani ospiti non in grado di farlo da soli.

Fino a poche settimane fa Desio era ospite di una struttura di fiducia della Cei a Città di Castello, in provincia di Perugia: una sorta di clinica per preti segnati da disagi personali ricavata all’interno di un ex seminario e di proprietà della congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso. Ci era potuto entrare dopo circa 200 giorni di carcere a Forlì grazie alla determinazione del suo legale, l’avvocato Battista Cavassi, che si era rivolto sino al tribunale del Riesame allegando alla sua istanza denso programma della clinica umbra. Un percorso di recupero spirituale e psicologico curato da specialisti del settore. Tuttavia incomprensioni e alcune frizioni hanno determinato il trasferimento di Desio. Non da ultimo a pesare anche il fatto che ora il 54enne si trova a pochi chilometri dall’anziana madre e da un parente che fa il parroco in zona.

Per quanto riguarda il nuovo centro, il percorso appare più improntato al volontariato. In ogni modo, il 54enne, come qualsiasi altra persona ai domiciliari, deve sottostare ai controlli quotidiani affidati ai carabinieri: un campanello collegato alla sua stanza gli consente di affacciarsi alla finestra ogni qualvolta si presentino i militari.

Qualora la condanna dovesse passare in giudicato, per lui, perlomeno in prima battuta, cambierebbe di nuovo il domicilio trasformandosi nel carcere. Per il tipo di reati a lui attribuiti non è infatti prevista la sospensione dell’ordine di esecuzione pena.