Donna uccisa in auto dalle lamiere Disposta una perizia sui tiranti

I due imputati di omicidio stradale avevano perso il carico del camion, risarciti i familiari della vittima

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Fu una dinamica mortale più unica che rara. Perché quelle lamiere improvvisamente volate via da un furgone di passaggio, erano finite proprio sulla sua auto in corsa colpendola in faccia. Così il pomeriggio del 5 maggio 2021 aveva perso la vita la 71enne Rosa Montanari, di Masiera di Bagnacavallo, mentre su una Toyota Rav 4 condotta dal marito – a sua volta rimasto ferito in modo serio con prognosi iniziale di 51 giorni - percorreva la statale Adriatica, in quello tratto meglio conosciuta come ’Reale’, con direzione di marcia da Alfonsine verso Ferrara. Imputati di omicidio stradale sono i due operai che erano a bordo del furgone ’killer’, un 45enne di origine albanese – che risponde anche di omissione di soccorso in quanto si era allontanato – e un 26 rumeno. Ieri, davanti al Gup Andrea Galanti, i loro difensori, avvocati Domenico Serafino e Nicola Casadio, hanno chiesto un processo con rito abbreviato condizionato a una consulenza di parte sui tiranti che tenevano bloccate quelle lamiere, che per l’accusa erano stati legati male e furono trovati spezzati. Il perito, Massimiliano La Sala, sarà chiamato a stabilire se quesi cavi fossero già consumati o meno, se quelle lamiere di grondaia fossero state legate in modo idoneo, anche in ragione del fatto che quella giornata era particolarmente ventosa. In buona sostanza si cercherà di capire se a monte dell’incidente vi sia stata una negligenza o se i cavi si siano spezzati per un caso fortuito e imprevedibile. All’udienza erano presenti anche il marito e le figlie della vittima, tutelati dall’avvocato Alma Lolli. I parenti non saranno parte civile in quanto già risarciti in forma stragiudiziale dall’assicurazione. Secondo quanto ricostruito dalla procura, quel 5 maggio al volante dell’autocarro – un ’Nissan Nv400’ – c’era il 45enne albanese. L’uomo, che assieme al collega stava viaggiando sulla ’Reale’ in direzione di Ravenna, trasportava un carico di materiale metallico sistemato sul cassone. Ma evidentemente quelle lamiere non erano state fissate con le dovute cautele, tanto che dal furgone erano volate via ben otto lamiere lunghe circa sei metri l’una, per un peso complessivo di 185 chili. La conseguente ’pioggia’ metallica aveva investito in pieno la Toyota: le lamiere avevano frantumato il parabrezza della vettura e una aveva colpito in pieno volto la donna uccidendola. Anche il marito era stato centrato dai pezzi di metallo riportando diversi gravi traumi.

Secondo l’accusa, il 45enne invece di fermarsi, si era allontanato per presentarsi in Commissariato a Lugo solo in serata. Il furgone era poi stato sequestrato, mentre diverse tra lastre e tubolari da cantiere, erano state recuperate dagli agenti in un raggio di circa cento metri (solo tre vicino al punto dell’incidente). Una addirittura era rimbalzata nel cortile di un’abitazione.

l .p.