Doppio colpo di scena. Liberato il presunto scafista. E tutti i migranti sono scappati

Non ci sono abbastanza indizi. Intanto gli altri 27 profughi si sono allontanati nottetempo a gruppetti da Fognano. A questo punto l’indagine sulla traversata si fa tutta in salita.

Doppio colpo di scena. Liberato il presunto scafista. E tutti i migranti sono scappati
Doppio colpo di scena. Liberato il presunto scafista. E tutti i migranti sono scappati

Erano stati alcuni dei suoi stessi compagni di traversata a indicarlo come chi si trovava al timone del gommone di sei metri

ormai alla deriva quando la nave Life Support di Emergency li aveva salvati in mare. Elementi tuttavia ritenuti non abbastanza forti da potere giustificare una custodia cautelare. E così è stata la stessa procura che nel tardo pomeriggio di mercoledì ne ha disposto la liberazione.

A questo punto per il 23enne di origine egiziana Hamdy Al Ashraf (nella foto in alto), la convalida del fermo di indiziato di delitto eseguito lunedì scorso dalla polizia, verrà fatta nelle prossime settimane. Non è detto che il 23enne, difeso dall’avvocato Veronica Morgagni, sarà nell’occasione presente. Dopotutto gli altri 27 profughi, dopo le identificazioni e le visite, sembrano essersi volatilizzati. Non più a Ravenna dunque: e probabilmente verso la destinazione che si erano prefigurati già prima di mettersi in viaggio. Nella maggior parte dei casi, si sono allontanati nottetempo a gruppetti.

Questa circostanza pone ulteriori problematiche di natura giudiziaria sul fascicolo aperto sul 23enne sospettato di essere uno degli scafisti che ha contribuito a traghettarli fino al recupero della ong. Il pm di turno Stefano Stargiotti, durante l’interrogatorio di martedì mattina, aveva infatti manifestato l’intenzione di chiedere un incidente probatorio per ascoltare i profughi: ma se non ci sono più, è evidente che ciò non sarà possibile. Un tassello fondamentale per l’indagine potrebbe cioè venire meno.

Il giovane, che inizialmente aveva dichiarato di essere siriano, era stato bloccato dalla squadra Mobile al Cmp dell’ospedale cittadino mentre erano in corso le operazioni di routine. In procura nel corso dell’interrogatorio andato avanti per circa un’ora e mezza, aveva in sintesi spiegato che l’incertezza iniziale sulla sua nazionalità, era stata alimentata da una incomprensione linguistica: ma non appena sui moduli si era accorto dell’errore, era stato lui stesso a farlo notare.

In quanto al gommone, aveva ammesso in effetti di averlo guidato l’ultima ora fino al recupero effettuato dalla Life Support. Tuttavia aveva aggiunto che anche altri a bordo si erano alternati al timone del mezzo. E che poco prima del recupero, almeno un cittadino di origine siriana (forse un paio) si era volatilizzato. Sul resto del viaggio, il 23enne aveva spiegato che in Patria faceva il muratore; che aveva lasciato i genitori là e che si era messo in viaggio da solo. Aveva precisato di avere pagato una cifra compresa tra 3.000 e 3.500 dollari per la traversata. Quindi, una volta giunto in Libia, era stato picchiato e torturato. Infine la partenza dal porto di Misurata alla volta della coste italiane, l’aveva collocata tra il 19 e il 20 settembre.

Andrea Colombari