Due arresti in 3 giorni: di nuovo semi libero

Dopo un furto e una rapina il giudice dispone obbligo di firma e divieto di uscire la sera. Nell’ultimo negozio inseguito con la scopa

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"Tu sei quello che ha rubato nel negozio qui vicino...". E vedendo che armeggiava intorno alla cassa, lo ha inseguito con la scopa. Ma lui: "Impossibile, il giorno prima mi stavano processando...". Lo sketch sarebbe comico se non fosse che è andato in scena in tribunale, dove in tre giorni è comparso davanti allo stesso giudice lo stesso indagato, arrestato due volte prima per aver fornito false generalità dopo l’accusa del furto al garden center di via Faentina, in città, poi per la rapina in un bar di viale Rossini a Lido Adriano, località dove dimora dall’estate anche se lui, Michele Orazio Marzola, 36 anni, risiede nella Lomellina. Nel primo caso il tribunale lo aveva graziato, liberandolo del tutto, nel secondo lo ha semi liberato: obbligo di firma due volte a settimana, obbligo di dimora a Ravenna e divieto di uscire di casa dalle 20 alle 7 del mattino. Evidente che non parliamo di un professionista del crimine, ma di tempo alla polizia e alla macchina delle giustizia ne sta portando via.

Dopo il primo arresto di sabato scorso, tornato a piede libero ha colpito in un bar di Lido Adriano. Qui, nel primo pomeriggio, dopo essere entrato ha distratto le figlia della proprietaria fingendosi interessato al menù di Ferragosto. La donna è andata in cucina a chiedere alla madre, la quale ha intravisto quell’individuo aprire la cassa. E ad uno sguardo più attento lo avrebbe riconosciuto come l’individuo che aveva già rubato dalla vicina di negozio. L’uomo, secondo l’accusa, si sarebbe allontanato dopo avere prelevato 600 euro dalla cassa, trasformando il furto in rapina allorché ha minacciato la padrona che lo inseguiva con la scopa. Tutelato dall’avvocato Guido Pirazzoli, l’indagato sostiene di non essere scappato, mentre per la polizia si è allontanato di almeno 300 metri, cercando rifugio dietro le auto. Una volta bloccato e riarrestato, i 600 euro non sono stati trovati, nell’ipotesi della Procura – viceprocuratore Adolfo Fabiani – in quanto avrebbe fatto in tempo a disfarsene.

Anche nel caso del primo furto al garden center, l’uomo era stato visto dalle commesse vicino alla cassa, dalla quale avrebbe fatto in tempo a prelevare 100 euro prima di fuggire ed essere bloccato poco dopo.

l. p.