Due minoranze nel Pri, niente congresso

Paolo Gambi: "Più autonomia dal Pd". Eugenio Fusignani: "La porta per loro non è chiusa, però stanno perdendo seguito"

Come accade a ridosso di ogni tornata congressuale, nel Pri tornano ad agitarsi le acque tra maggioranza e minoranza interna. Anzi, per la minoranza bisogna usare il plurale, perché alla storica contrapposizione tra Paolo Gambi-Luisa Babini e i vertici di partito, oggi si aggiungono la capogruppo in Consiglio comunale Chiara Francesconi e l’ex segretario comunale Stefano Ravaglia. Si tratta di due gruppi distinti, che restano nel Pri, pur dando vita a due associazioni che promuoveranno iniziative politiche e culturali.

La novità della tornata congressuale 2022 è che le due minoranze non parteciperanno né al congresso comunale che va in scena oggi, e nemmeno a quello provinciale del weekend successivo. Naturalmente non entreranno negli organismi dirigenti che verranno eletti. Ci sarà solo Gambi, che leggerà un documento e poi lascerà i lavori. Il perché lo spiega lui stesso. "Per noi il congresso doveva rappresentare una nuova fase, all’altezza dei cambiamenti radicali legati prima al Covid, poi alla guerra in Ucraina. Questi cambiamenti epocali richiedevano, a nostro modo di vedere, anche un adeguamento nella gestione del Pri". In un documento con 28 firme, le minoranze rivendicano l’appoggio a Draghi premier, più autonomia locale rispetto al Pd, riprendere i contenuti del programma elettorale nell’azione politica amministrativa anche su temi non raccolti dal resto della maggioranza del sindaco de Pascale, garantire la presenza delle varie anime del Pri negli organismi di partito "evitando personalismi", quindi la rotazione negli incarichi esterni, "trasparenza e puntualità" nelle operazioni congressuali. Il documento si conclude in maniera dura: "Chi gestisce il Pri ha rifiutato finanche di entrare nel merito dei punti presentati e ci ha quindi, di fatto, emarginati da qualsiasi ruolo possibile". Nel mirino finiscono il segretario provinciale Eugenio Fusignani e il ‘triumvirato’ Mingozzi, Camprini, Gamberini che gestisce la segreteria comunale dopo l’uscita di Ravaglia. "Per me hanno solo paura della conta, inutile nascondersi dietro a questioni amministrative o di contenuti" dice Fusignani. Non hanno presentato alcuna mozione congressuale e, quindi, di cosa si lamentano? I conti però si possono fare ugualmente. Sommando i voti contrari alla mozione della maggioranza, Gambi e gli altri avrebbero il 30% dei consensi, in calo di oltre il 3% rispetto a prima. E adesso sono due minoranze, non più una".

Fusignani non chiude le porte: "Non l’abbiamo mai fatto, avevamo proposto loro di far parte del triumvirato, ma hanno detto no. La mano è tesa ma anche senza il loro impegno, alle ultime elezioni amministrative abbiamo raggiunto il miglior risultato degli ultimi 60 anni".

lo. tazz.