Due proteste in piazza: "Scuola dimenticata"

Nell’ultimo giorno di arancione scuro sotto Palazzo Merlato ancora manifestazioni contro la Dad e, prima, contro vaccini e restrizioni

Due proteste in piazza: "Scuola dimenticata"

Due proteste in piazza: "Scuola dimenticata"

Doppia manifestazione in Piazza del Popolo. L’arancione scuro tramonta sulla città ravennate non senza cavalcare il vento di proteste che da mesi sta accompagnando le chiusure legate all’aumento dei contagi. Prima, dalle 14.15 alle 15.30 circa, poi, dalle 16, il centro città si è animato con due moti rivolti contro chiusure. Rispettivamente, il primo, organizzato dal partito 3V, si è incentrato sulla protesta contro l’imposizione del vaccino a determinate categorie, sostenendo la libera scelta rispetto al farsi somministrare il siero anti-Covid oppure no. Così come l’imposizione dei limiti di spostamento e chiusure diffuse che si rafforzeranno a partire da oggi e almeno fino al 21 marzo.

A seguire, sempre ai piedi di Palazzo Merlato, è andata in scena un’altra protesta, portando in piazza complessivamente circa un centinaio di persone fra le 14.30 e le 16, quella contro le chiusure della scuola. Atto terzo. A pochissimo tempo di distanza rispetto alla precedente infatti, i genitori sono tornati in piazza per dire no alla Dad e alla chiusura delle scuole, che da oggi si estenderà anche ai nidi e materne con l’avvento della zona rossa. "Non siamo qui per assumere una posizione estremista – spiega la co-organizzatrice Soeila Soplai –. Non diciamo che la scuola debba rimanere aperta a prescindere. Ma siamo piuttosto attoniti nell’apprendere che con l’entrata in vigore del nuovo Dpcm, che sia zona gialla, arancione o rossa prima di ulteriori restrizioni il primo passaggio sia ancora chiudere le scuole. Questo è inaccettabile, le scuole non possono essere ancora la prima cosa da sacrificare. Non almeno dopo un anno buttato". La denuncia, anche da parte di Monica Ballanti, co-organizzatrice, è infatti che: "Alle superiori soprattutto, la situazione creatasi è paradossale. Nell’arco di un anno intero, gli studenti delle superiori non hanno fatto più di una quarantina di giorni in presenza".

Cartelli alla mano, ancora molti i genitori a sostenere questo grido nonostante i divieti già vigenti di non uscire di casa in zona arancione scuro. Con loro questa volta anche tanti bambini, prime vittime delle chiusure scolastiche. "Serve un intervento politico risolutivo – conclude Eugenio Dima, rappresentante Age e co-organizzatore della manifestazione di ieri –, qualcosa che tenga conto dell’importanza per i nostri ragazzi di andare a scuola, perchè la Dad è scientificamente provato quanto sia non solo inutile, bensì dannosa per i nostri figli. Il diritto a un giusto apprendimento non può continuare a stare dietro a lungo a un altro diritto come quello alla salute".

Francesco Zuppiroli