Crisi in Ucraina e rincari materie prime: boom di girasoli nei campi

Gli agricoltori rispondono alla crisi in Ucraina, che era uno dei maggiori esportatori di questo prodotto "Lo piantiamo qui: la semina avviene in questi giorni". Intanto l’Unione europea ’sblocca’ 20mila ettari

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Addio campi incolti, benvenuti girasoli. Quest’estate le nostre campagne sono destinate a riempirsi di grandi fiori gialli e colorati: è la risposta degli agricoltori alla penuria di olio di girasole, che ora scarseggia a causa dell’impossibilità di importarlo dall’Ucraina. La semina avviene proprio in questo periodo dell’anno e, a causa delle scarse quantità, si prevede che i prezzi per il prodotto quest’anno saranno alti. Non solo, ma lo scorso 23 marzo l’Unione europea ha dato il via libera allo sblocco del ‘set aside’: ovvero di quei terreni che le aziende, in percentuale ogni anno, devono mantenere a riposo per motivi legati alla biodiversità. Il provvedimento ora deve essere ratificato dal governo, da cui si attende l’ok a giorni, e di fatto sbloccherà l’utilizzo di oltre 20mila ettari di terreno in Emilia-Romagna. Molti agricoltori semineranno proprio il girasole nei terreni ‘sbloccati’: "Di sicuro non si può più seminare grano in questo periodo dell’anno – precisa Lorenzo Furini, responsabile sezione cereali di Confagricoltura Emilia Romagna –. La scelta ricade prevalentemente su colture quali girasole, soia e sorgo che richiedono il minor impiego di concimi e prodotti fitosanitari. Il mais esige invece più fertilizzanti che costano troppo o sono addirittura difficili da reperire dopo lo stop alle forniture da Russia e Ucraina, primi esportatori al mondo".

Andrea Ridolfi è tra gli agricoltori ravennati che stanno piantando girasoli. "Ho alcuni terreni a Savio che tenevo a riposo e che ora rimetteremo a coltura. Non è il primo anno che coltiviamo girasole, ma quest’anno lo faremo in superfici maggiori: è diventato improvvisamente una delle colture più interessanti, sia perché il mercato sta rispondendo con prezzi alti dopo gli eventi tragici che sono capitati, ma anche perché ha minori esigenze di fertilizzante rispetto al mais". Con gli alti valori di mercato previsti per il girasole, gli agricoltori sperano anche di compensare le perdite dovute alle gelate: "Ci sono prospettive di buoni prezzi per quest’anno, sia per il girasole che per il grano. Ci dispiace però che questo derivi dagli eventi tragici in Ucraina".

Si prevede che lo sblocco dei terreni incolti favorisca girasole, sorgo e soia a discapito del mais che, pur avendo buone quotazioni di mercato, richiede un maggiore uso di fertilizzanti, ora costosissimi. "Occorre fronteggiare la mancanza di materie prime agricole e ’commodity’ con piani strategici di settore finalizzati a coltivare nel tempo ciò di cui abbiamo bisogno – dice Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, guardando ai piani colturali 2022-2023 –. Con una particolare attenzione alle colture proteiche e al mais, che sono di vitale importanza per le nostre filiere".

Sara Servadei