"Ecco chi mi ha violentato quella notte"

Abuso sessuale di gruppo a Milano Marittima: la minore indica quattro giovani tra i venti convocati tra cui sedici figuranti

Migration

Un vetro a specchio in un’aula di tribunale come spartiacque tra vite differenti. Da una parte la ragazza, i magistrati e gli avvocati. E dall’altra, a gruppi di cinque, i quattro indagati e 16 figuranti che per età e caratteristiche fisiche assomigliano ai primi. Sembra la scena di un poliziesco americano: e invece è quanto accaduto venerdì pomeriggio in un’aula protetta del tribunale di Ravenna.

Un incidente probatorio insomma, come lo chiamano gli addetti ai lavori. Con la giovane chiamata a discernere i figuranti (in gergo tecnico vengono chiamati birilli) da chi, come lamentato in denuncia, nell’estate dell’anno scorso a Milano Marittima avrebbe abusato di lei tra la boscaglia dopo una serata alcolica in un locale della zona.

Quattro gli indagati per violenza sessuale di gruppo: tutti giovanissimi della provincia di Bologna (tra i 19 e i 22 anni, tre dei quali di origine straniera) difesi dagli avvocati Donata Malmusi, Antonella Rapagnani e Filomena Thiarelli. La ragazza all’epoca dei fatti aveva 14 anni ed è tutelata dall’avvocato Cristina Magnani. A ciascuna delle quattro successive ondate di giovani organizzati in gruppi da cinque, la minore ha indicato in maniera diretta chi a suo avviso quella notte avrebbe approfittato di lei.

A questo punto gli inquirenti, incrociando foto e nomi, dovranno verificare se effettivamente c’è corrispondenza tra i ragazzi selezionati e quelli indagati. Intanto dal gip Sabrina Bosi gli atti sono tornati nelle mani del pm Angela Scorza titolare del fascicolo; non è escluso che possa presto essere chiesto un secondo incidente probatorio: questa volta la ragazza verrebbe cioè chiamata a ripercorrere quanto ricorda dell’episodio. Una ricostruzione che in prima battuta appariva offuscata sia dall’alcol (forse per una sorta di gioco tra giovani, lei aveva bevuto molta vodka) che dal tempo trascorso (aveva deciso per la prima volta di confidarsi a scuola solo a un paio mesi dai fatti).

La notte in questione è quella tra il 7 e l’8 agosto del 2021. La giovane si trovava in un locale rivierasco assieme ad alcune amiche quando c’era stato un primo approccio con il gruppo dei quattro bolognesi ora indagati. Lei ha riferito di non sapere nulla di quei quattro, poi identificati grazie alle verifiche della polizia, eccetto un dettaglio: erano tutti bolognesi.

In ogni modo sembra che le attenzioni del gruppo si fossero poi spostate all’esterno, su una panchina. Il conseguente capannello di avance ritenute troppo insistenti era stato disperso grazie all’intervento delle amiche della minore. E tutto avrebbe potuto finire lì senza alcuna conseguenza per nessuno se non fosse stato che a un certo punto un giovane la cui compagnia lei effettivamente gradiva (e che dunque aveva avuto il suo cellulare), l’aveva chiamata per invitarla a parlare in un’area verde che si trova nei paraggi. Di lì a poco erano però comparsi altri tre amici del giovane. Un accerchiamento insomma - almeno secondo quanto finora ipotizzato dall’accusa - che si era concretizzato in abusi sessuali.

Una volta allertati grazie all’ambiente scolastico, gli investigatori della squadra Mobile erano partiti nelle loro ricerche dalla chiamata fatta dal primo giovane per cercare di dare un nome a tutti i sospettati. Ma per cercare di delineare meglio la loro fisionomia, il pm aveva deciso di procedere in tempi brevi attraverso un riconoscimento formale: del resto si sa che la fisionomia dei giovani cambia in maniera rapida. Ed eccoci arrivati in tribunale davanti a quel vetro a specchio potenziale spartiacque tra vite differenti.

Andrea Colombari