Ecco l’emporio della carità Con la tessera fai la spesa

Inaugurato dal cardinale Zuppi in via Narsete, in un’area di 1.800 metri quadri. C’è uno spazio con i prodotti alimentari, uno per la formazione e un mercatino

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L’inaugurazione dell’Emporio della carità della Diocesi, ieri in via Narsete, è avvenuta all’insegna di una parola chiave: ‘dignità’. Perché aiutare chi è in difficoltà è importante, riuscire a farlo rispettandone la dignità è fondamentale. L’emporio è intitolato a don Angelo Lolli e ieri a tagliare il nastro, insieme al vescovo Lorenzo Ghizzoni e al direttore della Caritas don Alain Gonzalez, è stato il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. Si è guardato attorno e ha sorriso ai tanti che erano arrivati per visitare la nuova struttura. L’emporio si estende per una superficie complessiva di 1800 metri quadrati. Di questi 950 sono depositi e magazzino, 350 ospitano i prodotti alimentari, altri 320 uffici e aree formative. È costato 1 milione e 300mila euro, provenienti in parte dai fondi dell’8 per mille e dalla Cei che ha dato un contributo straordinario di 500mila euro.

"Non sono venuto per controllare – ha detto ridendo il cardinale – ma per condividere. Ringrazio i volontari, tutti coloro che hanno partecipato a questo progetto. Siamo chiamati tutti a essere volontari perché, se c’è una cosa bellissima dell’emporio, è la gratuità. L’amore è gratuito. Inoltre questo posto riesce ad aiutare chi ha bisogno rispettandone la dignità. Siamo in un momento difficile, ma dalle tempeste grandi, come il Covid, la guerra, o anche la povertà, se ne esce sempre insieme. L’emporio ha bisogno di tanto aiuto. In visita pastorale a Casalecchio ho scoperto che è diffusa l’abitudine del ‘pane sospeso’. Lasciamo qualcosa in sospeso per gli altri, come se fosse Natale tutto l’anno. L’emporio è un po’ Natale tutto l’anno".

La struttura sarà aperta dal 9 gennaio almeno quattro giorni a settimana, con una decina di volontari. Chi è in difficoltà invece di ricevere il pacco viveri dalla Caritas potrà recarsi qui con una tessera e scegliere i prodotti di cui ha bisogno. Ci lavoreranno almeno 30 volontari. Ogni mese arriveranno circa 200 quintali di cibo, metà dal Banco alimentare, il resto sarà frutto di donazioni o di acquisti da parte della Caritas diocesana.

"Sarà un punto di riferimento per la carità a livello diocesano e cittadino – ha spiegato il direttore don Alain Gonzales – ma non sostituirà tutto quello che già c’è nelle parrocchie". L’idea è di concentrare gran parte della distribuzione alimentare nell’emporio, mentre l’ascolto delle persone rimarrà nelle parrocchie e al cda di piazza Duomo. "L’emporio – ha sottolineato il vescovo Ghizzoni – è un salto di qualità, perché qui verranno riuniti in maniera organizzata tutti quei servizi finora distribuiti in vari luoghi della città. Rimangono però le Caritas delle parrocchie, i servizi a San Rocco, a Santa Teresa dove stiamo lavorando per raddoppiare i posti letto all’interno della Casa della Carità. La povertà è in aumento, così come le richieste di aiuto. Secondo i dati del Dossier Caritas nei primi 9 mesi del 2022 si sono rivolti al centro d’ascolto della Caritas diocesana 2331 persone, contro le 2136 dello stesso periodo dell’anno prima". L’emporio ha anche spazi per laboratori dedicati alle persone in difficoltà, ma anche a scuole, parrocchie e associazioni per educare al risparmio, al riuso e a un diverso rapporto con i beni. Una parte è dedicata al mercatino dell’usato.

"Questo luogo – ha detto il sindaco Michele de Pascale – dice tanto della nostra comunità e ci parla nella sostanza e nel metodo, perché aiuta chi ha bisogno e ne rispetta la dignità. Siamo circondati da una cultura che colpevolizza la povertà e mitizza il successo. Ma nella vita si cade, tutti cadiamo e abbiamo bisogno di una mano. Siamo come trapezisti, e abbiamo bisogno della rete". Vicino al sindaco il prefetto Castrese De Rosa ha ricordato come, arrivato a Ravenna, a colpirlo più dei monumenti Unesco sia stata la rete associativa presente in città, capace di "fare la differenza".

Annamaria Corrado