Ravenna, raccolte mille firme per riportare l’elmo a San Pietro in Campiano

Consegnata la petizione per il reperto conteso: "Le persone continuavano a chiederci di poter firmare"

Marianna Battesimo, di San Pietro in Campiano, fin da subito si è battuta per la causa dell’elmo

Marianna Battesimo, di San Pietro in Campiano, fin da subito si è battuta per la causa dell’elmo

Ravenna, 22 maggio 2018 – Quasi mille firme sono state raccolte e consegnate ufficialmente ieri mattina in Comune per riportare l’elmo etrusco tipo Negau al museo didattico di San Pietro in Campiano ma soprattutto per avere risposte concrete sul futuro della struttura che ogni anno ospita la visita di 6mila bimbi. Questo in sintesi il testo della petizione, lanciata da un gruppo di genitori e insegnanti delle scuole di San Pietro in Campiano, in occasione del sit- in organizzato davanti al museo didattico il 5 aprile scorso quando il reperto etrusco è stato prelevato per essere collocato nel futuro museo del territorio di Classe. A sostenere l’iniziativa sono stati i rappresentanti della lista civica La Pigna.

«Alla fine abbiamo raccolto 965 firme – spiega Marianna Battesimo, agguerrita mamma di una bimba delle scuole di San Pietro in Campiano che fin da subito si è battuta per la causa dell’elmo e del museo didattico –. Pensavamo di consegnare la petizione molto prima ma le persone continuavano a chiederci di firmare. Alla causa si sono interessati anche personaggi di primo piano della cultura come Cristina Mazzavillani Muti e Ivano Marescotti, anche se non sono riusciti a firmare. Tra i primi che hanno firmato, invece, c’è stata Vanda Budini». Ovvero l’ispettrice onoraria della Soprintendenza nonché fondatrice del museo didattico di San Pietro in Campiano, che è arrivata anche a rassegnare le dimissioni durante questa vera e propria guerra che in quest’ultimo mese ha visto contrapposti l’assessore comunale alla Cultura, Elsa Signorino, e RavennAntica da un lato e insegnanti e genitori delle scuole di San Pietro in Campiano e dintorni dall’altro. Oggetto del contendere era l’elmo etrusco di tipo Negau, un gioiello risalente al VI secolo avanti Cristo, ritrovato proprio a pochi chilometri dal museo e naturalmente il futuro del museo stesso.

«Con la petizione chiediamo che il Comune si faccia parte diligente nella tutela della collezione archeologica presente, adoperandosi affinché venga preservata da ulteriori prelievi. Chiediamo, inoltre, che l’elmo asportato venga restituito o almeno sostituito da una copia e che vengano mantenuti i laboratori didattici e le ulteriori iniziative culturali attualmente in essere al museo. Inoltre vorremmo che i lavori di adeguamento dei locali del museo, più volte promessi dall’amministrazione comunale, vengano iniziati sin da subito».