"Emergenza, ambulatori per i codici bianchi"

Il direttore generale dell’Ausl Carradori: "E renderemo disponibili sul cellulare i tempi di attesa del pronto soccorso"

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Avviso ai naviganti. Sì, poiché approdare alla presa in carico in un pronto soccorso qualche volta richiede più tempo che attraversa l’Adriatico in barca. Attenzione, però, perché la burrasca è in corso ma le soluzioni potrebbero esserci. Le mette in fila il direttore generale dell’Asl Romagna Tiziano Carradori. Per fare il punto sullo stato delle cose due giorni fa l’Ausl Romagna si è confrontata in un collegio di direzione straordinario aperto ai rappresentanti degli ordini dei medici e degli infermieri.

Carradori, assodato che il problema dell’accesso all’emergenze-urgenza è nazionale ed anche internazionale, non significa per caso che il modello è sbagliato?

"C’è da una parte la percezione che noi cittadini abbiamo del nostro stato di urgenza e dall’altro l’oggettiva carenza dei medici. Elementi che si traducono in affollamenti ai ps con lunghi tempi di attesa sia per l’accesso agli ambulatorio che ai ricoveri".

Ultimamente il problema sembra essersi aggravato. Cos’è successo?

"Siamo ad un livello di accessi al pronto soccorso inferiore a quello del 2019, ma abbiamo il 30 % in meno di personale. Sono tre anni che vado dicendolo sia a livello ministeriale che regionale".

Avremmo bisogno anche noi in Romagna di chiamare medici da Cuba come in Calabria? "Non esageriamo… C’è una grande quantità di accessi, ma se fossimo ben organizzati anche nell’assistenza primaria molti casi potrebbero non arrivare ai ps".

Colpa dei medici di famiglia? "Non ne faccio una questione di responsabilità dei medici di medicina generale piuttosto che degli ospedalieri. Ma il problema può essere affrontato positivamente solo con la condivisione delle strategie tra professionisti della sanità, dirigenza dell’Asl e politica. Se in Italia ci mancano i medici da assumere nessuna strategia è possibile". Perché mancano i medici?

"In realtà ci sono, ma il pubblico non può assumerli se non sono specializzati. In questo momento nel nostro Paese ce ne sono almeno 30mila che non hanno completato la specializzazione. In Romagna, per l’emergenza-urgenza, ne mancano oltre 40, ossia il 30 % del fabbisogno. Nei nostri 7 concorsi, indetti eccezionalmente in due anni, abbiamo inoltrato la lettera di assunzione in ruolo a 29 medici, ma non possiamo assumerli prima del 2024, anno in cui termineranno la specializzazione. La contraddizione è che la sanità privata, invece, può assumerli e il pubblico finisce per pagare il privato".

Gli ambulatori che da settembre dovrebbero affiancare l’emergenza per i codici di minore gravità resteranno anche quando il personale di ps sarà a pieno regime?

"Sì. E’ uno degli elementi della revisione dell’organizzazione. I medici continueranno ad andare in pensione e non è detto che tra quattro anni il numero dei sanitari sia sufficiente. Peraltro attivare percorsi paralleli per urgenza minori, come potrebbero essere le case della comunità, è necessario per dare risposte tempestive ai casi che rischiano attese di 7 o 8 ore. Almeno un terzo della popolazione ogni anno ha bisogno di una prestazione urgente e dovrebbe poter scegliere un percorso più breve. Il ps resterà comunque la principale porta di accesso delle urgenze".

E perché non ingrandirli? "Non possiamo ingrandirli all’infinito, la soluzione è nella medicina integrata tra ospedale e assistenza territoriale che, tuttavia, richiede del tempo. Cesena avrà il nuovo ospedale con relativo ps, Rimini è quello inaugurato più di recente, ma già soffre la congestione. Vanno adeguati casomai".

Come?

"Per esempio rendendo disponibili sul cellulare i tempi di attesa in ognuno dei pronto soccorso della Romagna. Ho già dato disposizione perché si contattino le ditte specializzate nel servizio. Doteremo inoltre i ps di cartelloni elettronici per la medesima informazione per chi è presente. Non sono la soluzione, ma migliorano la risposta al paziente. Un altro servizio sarà quello di mettere in collegamento la cartella clinica del medico di medicina generale con quello degli ospedalieri e degli specialisti. Infine la componente infermieristica del ps che effettuerà prestazioni prima che il pazienti arrivi dal medico: potrebbe tagliare i tempi di un’ora".

Elide Giordani