Energia, la richiesta da Ravenna: "Gas italiano contro i rincari"

I sindacati, con imprese, associazioni e istituzioni ravennati, sono in linea con le parole del ministro Cingolani sull’aumento della produzione

Le piattaforme entro le 12 miglia in Adriatico

Le piattaforme entro le 12 miglia in Adriatico

Ravenna, 30 gennaio 2022 - "Bisogna accelerare fortemente l’installazione delle rinnovabili offrendo anche contratti a lungo termine e con costi assolutamente regolati … dovremo aumentare anche la produzione di gas italiano diminuendo l’importazione in modo che una parte di questo gas possa essere utilizzato a prezzo calmierato per le nostre aziende". Sono parole che il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani ha pronunciato venerdì sera al Tg1 delle 20, il più seguito. In premessa, Cingolani ha detto che "negli anni abbiamo ridotto al minimo l’estrazione del nostro gas e abbiamo deciso di comprarlo fuori. Questo rappresenta un grave pericolo per la nostra indipendenza energetica".

Evidente l’attenzione con cui imprese, associazioni di categoria, istituzioni ravennati hanno seguito il ragionamento del ministro, perché l’aumento della produzione avrebbe effetti positivi sulla bolletta energetica, ma anche sull’occupazione e i bilanci di tante aziende specializzate. Le parole del ministro sono pure servite a calmierare le preoccupazioni legate al ‘fantasma’ del Piano delle aree dove dovrebbero essere ammesse le estrazioni, il Pitesai. Si fa avanti la strada di un decreto d’urgenza per riattivare la produzione.

"Sarebbe un rilancio atteso e auspicato – ha detto nei giorni scorsi Confindustria Romagna –, che potrebbe raddoppiare l’attuale produzione regionale da 800 milioni a 1,6 miliardi di metri cubi di gas naturale. Occorre quanto prima sprigionare questo potenziale e la sua ricaduta importantissima per imprese e cittadini". La produzione dell’Adriatico che fa riferimento al distretto Centro Nord di Eni che ha sede a Ravenna, è oggi attorno a 2,3 miliardi di metri cubi e potrebbe passare quindi a 4,5 miliardi in un tempo ragionevole. "Rispetto al Pitesai – commenta Franco Nanni, presidente del Roca – auspichiamo che consenta di continuare a produrre gas in Adriatrico. Ma servono nuove piattaforme, oltre le 12 miglia, nel rispetto dell’ambiente e del traffico navale. Ciò che conta è fare in fretta perché con il debito pubblico raddoppiato è un suicidio continuare a importare gas con quotazioni alle stelle".

Nei prossimi giorni, il commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna, Giorgio Guberti, porterà le riflessioni ravennati all’attenzione di Unioncamere nazionale perché le ribadisca anche in sede governativa. La situazione politica, a questo punto, potrebbe favorire decisioni rapide. "La rielezione di Mattarella alla Presidenza della Repubblica e quindi il prosieguo del Governo Draghi non possono che confermare la volontà espressa dal ministro Cingolani di aumentare la produzione nazionale di gas" commenta il consigliere regionale Pd, Gianni Bessi. I sindacati sono sulla stessa linea. "Ci saranno anziani ai quali non basterà la pensione per far fronte alle prossime bollette energetiche, imprese che sospenderanno la produzione come già sta accadendo. Chiediamo più gas italiano e meno importazione" dice il ravennate Franco Garofalo, appena confermato segretario generale della Femca Cisl Emilia-Romagna.