Eni rilancia sul progetto della Co2 "Decarbonizzazione entro il 2050"

Ieri il Cane a sei zampe ha presentato il Piano strategico 2021-2024: confermati gli investimenti in città. Ulteriori sviluppi: è prevista la realizzazione di un impianto che miscelerà anidride carbonica e olivina

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"Eni rimane fortemente impegnata a ricoprire un ruolo chiave nella sostenibilità e nell’innovazione, promuovendo lo sviluppo sociale ed economico in tutte le sue attività. Oggi compiamo un ulteriore passo avanti nella nostra trasformazione e ci impegniamo a raggiungere la totale decarbonizzazione di tutti i nostri prodotti e processi entro il 2050. Il nostro piano è concreto, dettagliato, economicamente sostenibile e tecnologicamente realizzabile". Con queste parole l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha aperto ieri la presentazione del Piano strategico 2021-2024.

Dopo aver illustrato gli investimenti in bio raffinerie, economia circolare, rinnovabili, idrogeno blu e verde è arrivato al capitolo CO2, cattura e riutilizzo di anidride carbonica e ha annunciato che il progetto avviato a Ravenna è stato ulteriormente sviluppato e prevede ora anche la realizzazione di un impianto che, in nome dell’economia circolare, miscelerà CO2 e olivina (un minerale) per ottenere prodotti cementizi. Anche se escluso dal governo Conte dai progetti da finanziare con il Recovery Fund, Eni va avanti e investe su Ravenna.

Nei prossimi mesi, a valle delle necessarie autorizzazioni, sarà avviata la realizzazione della fase dimostrativa tramite il posizionamento di due impianti per la cattura e successivo stoccaggio di 25mila tonnellate di anidride carbonica prelevata dalla centrale termica di Casal Borsetti e 40mila dalla caldaia del butadiene presso Versalis, in via Baiona. I due impianti serviranno a tarare l’utilizzo delle tecnologie di cattura per una successiva applicazione su scala industriale che vedrà Ravenna come un polo per la produzione di energia da anidride carbonica (Ccs), fino a una capacità iniziale di 4 milioni di tonnellate di CO2 catturate e stoccate annualmente. La capacità complessiva di contenimento dei campi a gas non utilizzati dell’offshore del ravennate è stata valutata tra i 300-500 milioni di tonnellate.

Descalzi si è poi soffermato sulle strategie internazionali legate al gas "che a lungo termine rappresenterà oltre il 90% della produzione di Eni e costituirà un importante sostegno alle fonti intermittenti nell’ambito della transizione energetica". Lo sviluppo del progetto CO2 e le considerazioni sul gas hanno spinto ieri pomeriggio il vice sindaco Eugenio Fusignani a lanciare la proposta di chiedere un incontro al nuovo governo. "Dopo aver ascoltato il progetto di Saipem e Qint’x per il campo eolico al largo della costa ravennate e le parole dell’ad di Eni, Claudio Descalzi, ritengo che Ravenna debba fare un passo concreto verso il Governo. Un incontro ufficiale nel corso del quale sollecitare un piano energetico nazionale inserito nella strategia europea per la sostenibilità e lo sblocco dell’attività produttiva del metano, energia pulita, da affiancare alle rinnovabili che stanno prendendo piede a Ravenna". A favore del campo eolico si sono schierati ieri anche il segretario della Uil, Carlo Sama, e Giannantonio Mingozzi, presidente del Tcr. Entrambi hanno chiesto che si superi il blocco della produzione di gas.

lo. tazz.