Enzo Giardi lascia il carcere per gli arresti domiciliari. Il giudice per le indagini preliminari, Janos Barlotti, ha accolto la richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Monica Miserocchi, disponendo che il 78enne venga ospitato dalla sorella, anziché tornare nella sua abitazione di via Lolli, dove si è consumata la tragedia e dove sarebbe rimasto solo. La procura, col Pm Marilù Gattelli, aveva chiesto il carcere, ma non ha espresso una pregiudiziale sulla possibilità dei domiciliari. Rimane comunque in piedi l’accusa di omicidio volontario, nonostante il contesto drammatico che ha portato alla morte della moglie, Piera Ebe Bertini, afflitta da tempo da una malattia degenerativa.
Lunedì scorso, nella casa dove la coppia viveva da anni, Giardi ha lasciato annegare la moglie nella vasca da bagno. Piera Ebe Bertini, 77 anni, era malata di Alzheimer da oltre dieci anni, e negli ultimi sei la sua condizione era rapidamente peggiorata, tanto che le sue facoltà cognitive si erano ridotte drasticamente, rendendola sempre più dipendente dalle cure del marito. Lui le era sempre stato accanto, ma la malattia aveva trasformato la loro vita in una routine di sacrifici e rinunce. Da qualche tempo, avevano programmato insieme il trasferimento di Piera Ebe in una casa di riposo, un passo che Enzo aveva accettato con dolore, consapevole di non poterla più assistere da solo. Quel giorno, però, davanti alla moglie ormai priva di coscienza, Enzo ha preso una decisione tragica e irreversibile: ha voluto mettere fine alle sue sofferenze, togliendole la vita. Durante l’udienza di convalida, svoltasi ieri mattina, l’uomo si è detto consapevole delle conseguenze. "Ho capito quello che ho fatto", ha ripetuto con voce spezzata, confermando quanto aveva già dichiarato più volte. Giardi non ha mai negato il suo gesto, ma il suo pentimento è emerso chiaramente.
Sempre ieri mattina è stata eseguita anche l’autopsia sul corpo della donna, che ha confermato la causa della morte per annegamento, senza rilevare segni di violenza. L’esame non ha fornito particolari novità rispetto alla dinamica dei fatti, già ricostruita dagli inquirenti.
Lorenzo Priviato