Esami microinvasivi e percorsi ad hoc "Così facilitiamo la vita al paziente"

La Gastroenterologia di Ravenna è tra le più all’avanguardia in Italia nelle tecniche per vedere l’intestino. C’è poi la cura dei tumori del retto, per cui si sta mettendo a punto una sinergia tra specialisti

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Un nuovo metodo per eseguire le endoscopie nell’intestino tenue, praticato solo in tre centri in tutta Italia. E nel contempo si mette a punto un percorso diagnostico e terapeutico per i pazienti con tumore del colon retto, che sarà adottato da tutta la Romagna.

La Gastroenterologia di Ravenna è al lavoro per migliorare l’assistenza nei confronti dei pazienti e per combattere quello che si avvia a diventare il secondo tumore per incidenza, sia nell’uomo che nella donna: ovvero quello del colon retto.

Partiamo dalla prima novità: le metodiche microinvasive per vedere l’intestino e agire, tra cui "la videocapsula e l’enteroscopia ed ecografia delle anse, che è una delle cose su cui siamo più specializzati – spiega il primario di Gastroenterologia, Alessandro Mussetto –. La settimana scorsa ho presentato i primi risultati di uno studio multicentrico italiano sull’enteroscopia a motore spiralizzata al congresso nazionale dei gastroenterologi. Al momento sono solo tre i centri in Italia che usano questa metodica: noi, l’ospedale di Parma e quello di Brescia. Abbiamo seguito i primi 45 pazienti con questa metodologia, che si è rivelata efficace e sicura". Grazie ad endoscopi di recente introduzione infatti si va a esplorare porzioni di intestino tenue che normalmente non vengono raggiunte, con una maggiore efficacia, permettendo di localizzare eventuali sanguinamenti, polipi o malattie tumorali. La Gastroenterologia di Ravenna negli anni è stata coinvolta in molti studi clinici, in centri italiani ed europei, per le tecnologie all’avanguardia di cui dispone.

Il reparto ravennate inoltre al momento sta lavorando per creare un percorso diagnostico e terapeutico da applicare a tutta la Romagna, con sfaccettature che si adattano ai singoli ambiti locali. "Il nostro compito è mettere insieme tutti i professionisti della Romagna che hanno a che fare col tumore del colon retto: gastroenterologi, chirurghi, oncologi, figure infermieristiche... – prosegue Mussetto – In questo modo il paziente non gira tutte le discipline per prendere appuntamento, ma siamo noi che analizziamo il suo caso e gli creiamo il percorso di cura migliore, ben determinato fin dall’inizio". Del resto negli ultimi mesi sono stati potenziati i percorsi di cura del tumore del colon retto: "Abbiamo intensificato e aumentato le sedute di visita multidisciplinari, grazie alla collaborazione con la Chirurgia universitaria e l’Oncologia – dice Mussetto –. C’è stato un rilancio dopo il Covid".

Fondamentale, ovviamente, è la prevenzione: viene effettuata tramite il test del sangue occulto nelle feci. Se risulta positivo vengono eseguiti altri esami: "La maggior parte dei casi di tumore del colon retto emerge proprio tramite gli screening – aggiunge Mussetto –. Li eseguiamo dal 2005, ma la cittadinanza di Ravenna risponde al 52%". Ovvero: il 48% non si sottopone agli screening. "Nei prossimi mesi vogliamo realizzare una campagna per l’adesione al test: studi clinici dicono che gli screening hanno ridotto del 50% la mortalità della malattia. Trovare il tumore in stadi precoci o rilevare le lesioni che possono portare al tumore e curarle è fondamentale".

Sara Servadei