"Esenzioni certificate" Documenti dissequestrati

Il tribunale del Riesame ha accolto la richiesta di tre indagati, ora altri si apprestano a ricorrere. La difesa: "L’impossibilità di vaccinarsi era concreta"

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Il Tribunale del Riesame ha disposto il dissequestro di alcuni dei documenti acquisiti nell’ambito dell’inchiesta sulla presunte false esenzioni vaccinali che vede indagati un medico di base, Luca Graziani, e 31 suoi pazienti per falso in concorso. Il medico risponde anche di usurpazione di funzione pubblica, in quanto non abilitato a rilasciare le esenzioni. A presentare ricorso, chiedendo la restituzione delle certificazioni, erano stati soltanto tre degli indagati, tutelati dagli avvocati Giovanni Scudellari e Antonio Primiani, i quali ritenevano nullo il decreto di perquisizione in assenza di motivazioni in ordine al reato ipotizzato. I giudici Federica Lipovscek (presidente), Natalia Finzi e Cristiano Coiro hanno dato loro ragione, più avanti saranno rese note le motivazioni. "E’ ancora presto, ma possiamo dire che è già un buon risultato", il commento dei legali secondo i quali, almeno per quanto riguarda i loro clienti, all’origine delle richieste di esenzione c’erano comprovati motivi medici e accertamenti sanitari effettuati "presso laboratori e professionisti terzi", quindi "estranei al presente procedimento".

Con quelli, poi, si erano rivolti al proprio medico curante, "ovvero a chi si supponeva avere le competenze tecniche e i titoli per poter procedere al rilascio delle esenzioni". I pazienti, in buona sostanza, non erano tenuti a sapere che il medico Graziani fosse noto per le sue posizioni no vax e che non fosse iscritto all’apposito elenco dei medici abilitati a vaccinare o a rilasciare le esenzioni.

I timori che portavano i pazienti a chiedere le esenzioni dal vaccino contro il Covid erano sostanzialmente tre: in 24 casi riguardava il rischio di trombosi in seguito a una prima vaccinazione con AstraZeneca, sebbene dalle banche dati Ausl nessuno dei pazienti risultava essere mai stato sottoposto a quella vaccinazione. Un secondo gruppo si dichiarava ipersensibile al principio attivo, mentre una sola paziente aveva chiesto l’esenzione per gravidanza.

Alla luce di questa decisione del Riesame, altri pazienti indagati, sempre con la difesa degli avvocati Scudellari e Primiani, intendono procedere alla richiesta di dissequestro. Le posizioni, tuttavia, non sono tutte uguali. Delicata, ad esempio, appare quella del vigile urbano dalla quale ha avuto origine l’inchiesta dopo l’informativa del comando di Polizia locale, e ora affidata al Nas. L’agente, infatti, aveva cambiato dopo 11 anni il proprio medico di base, chiedendo l’assistenza di Graziani, il 14 dicembre 2021: esattamente il giorno prima che scattasse il termine ultimo per l’obbligo vaccinale, esteso per legge anche al personale delle forze di polizia.

l. p.