ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Esonda ancora il fiume dell’incubo, lo spettro del trasloco forzato. Mancati lavori, la Procura accelera

Alluvione e paura per i residenti a Traversara, frazione del Ravennate flagellata anche due settimane fa. Inchiesta per disastro colposo, il pm acquisice nuovi atti negli enti regionali e compie sopralluoghi

Ravenna, 5 ottobre 2024 – Il paese è lo stesso, gli allagamenti pure. Traversara, frazione di quasi 500 anime nelle campagne di Bagnacavallo (Ravenna), era già stata epicentro dell’alluvione che a metà settembre scorso aveva flagellato la provincia romagnola. In quell’occasione il Lamone era esploso: strade inondate di fango e persone sui tetti in attesa di essere salvate dagli elicotteri.

Rischio alluvione in Emilia Romagna e scenario di pericolosità
Rischio alluvione in Emilia Romagna e scenario di pericolosità

Le piogge nella notte tra giovedì e ieri sono tornare a colpire duro. E il Lamone è tornato a fare la voce grossa uscendo dall’alveo nello stesso punto. Alle 3.30 l’acqua ha iniziato a strisciare verso i campi, allagandoli. E ha raggiunto la zona del paese nella quale si concentrano le case da abbattere per via della precedente alluvione (una decina) accumulandosi fino a una ventina di centimetri.

“I lavori di ripristino – ha assicurato ieri pomeriggio la Regione Emilia Romagna – hanno permesso di chiudere l’infiltrazione con massi ciclopici. L’area interessata è, tuttavia, molto più limitata rispetto al fenomeno dello scorso 19 settembre”. E se anche stavolta non si può parlare di alluvione, da queste parti non è che la distinzione linguistica possa giungere di conforto. Del resto Traversara è stata coinvolta da tutti e tre gli eventi alluvionali che in appena un anno e mezzo hanno flagellato il territorio ravennate, e se non è un record poco ci manca: due a maggio 2023 e l’ultimo nemmeno un paio di settimane fa.

Ne sa qualcosa Maria Daghia, 63enne maestra elementare in pensione che, proprio per non trovarsi di nuovo faccia a faccia con il Lamone, aveva scelto di trascorrere la nottata di giovedì al palazzetto dello sport della vicina Bagnacavallo. Del resto la sua abitazione è stata colpita “da tutte le alluvioni dell’ultimo anno e mezzo. Allucinante, sembra di vivere in un film di fantascienza”, in un “paese fantasma”. “Tra l’altro sia io che mio marito abbiamo problemi di salute”.

Gli elicotteri dell’esercito italiano il 19 settembre scorso sorvolano Traversara per salvare le persone sui tetti
Gli elicotteri dell’esercito italiano il 19 settembre scorso sorvolano Traversara per salvare le persone sui tetti

Pure l’azienda agricola di lui è uscita malconcia dagli schiaffi del Lamone: “È difficile continuare a sperare e a fare progetti. Senza contare che dall’alluvione del 2023 abbiamo ricevuto 3mila euro dalla Regione: non compri nemmeno le piastrelle di casa...”. E in molti cittadini cresce la voglia di trasferirsi altrove, pur con la consapevolezza che vendere adesso non sarà impresa facile.

Ieri mattina la presidente facente funzione della Regione, Irene Priolo, è arrivata a Traversara per un sopralluogo assieme al prefetto Castrese De Rosa e al sindaco di Bagnacavallo, Matteo Giacomini. L’ente regionale ha assicurato contestualmente che proseguono i lavori di ripristino e consolidamento dell’argine. E che anzi non si sono mai fermati dall’evento di due settimane fa.

Le vie del paese allagate: gli argini del Lamone hanno retto parzialmente, ma l'acqua è filtrata dai sassi

Anche l’attività della procura non si è fermata dall’apertura di un’inchiesta per disastro colposo contro ignoti. Oltre all’acquisizione di atti da enti di Bologna e Ravenna di competenza regionale, ieri mattina il pm Francesco Coco, proprio per verificare gli effetti delle ultime piogge, ha compiuto alcuni sopralluoghi a partire da Traversara. Il sostituto procuratore, accompagnato dai carabinieri, ha proseguito su altri punti del territorio particolarmente provati dalle ultime precipitazioni, soprattutto nella zone collinari. Lo stesso pm è titolare, assieme al procuratore capo Daniele Barberini, di entrambe le inchieste per le 3 alluvioni di Ravenna (le due di maggio 2023 sono ora in un unico fascicolo). I consulenti nominati, sono gli stessi: tre ingegneri del politecnico di Milano che dovranno dirci prevedibilità e prevenibilità di quanto accaduto. Un lavoro monumentale per il quale occorreranno mesi.