Casal Borsetti (Ravenna), 24 agosto 2024 – Il matrimonio in carcere a Milano dove lui stava scontando un cumulo pene di 13 anni. Poi lui evade. E la luna di miele si fa sul litorale ravennate su di un camper rubato in Belgio. Un idillio alla presenza anche di familiari interrotto dall’arrivo della polizia: a quel punto la donna, per garantire la fuga all’amato, prima gli grida di scappare a gambe levate. E poi ingaggia un corpo a corpo con gli agenti. “Corri amore, scappa che ti prendono, corri”, gli urla. Alla fine arresteranno solo lei: per resistenza.
Sembra quasi la trama di un film di Paolo Virzì (per intenderci quello di ’Ovosodo’ e tanto altro) e invece è quanto accaduto giovedì mattina in un campeggio di Casal Borsetti. Nei guai, una 38enne di Sesto San Giovanni, nel Milanese. E non solo lei: perché in separato fascicolo si procede, in questo caso a piede libero, nei confronti di più persone per ricettazione per via della storia del camper. Dopotutto le grane della 38enne sono partite proprio da lì, da quel mezzo. Secondo quanto ricostruito dalla Stradale, il veicolo in questione - del valore di circa 80 mila euro - era stato rubato a un cittadino belga nei pressi di un lago: lui era andato a fare un bagno e, quando era tornato, il camper non c’era più. La storia a questo punto si interseca, ancora all’insaputa di tutti, con le nozze a luglio tra le mura di Bollate tra la 38enne e il detenuto: giusto 5 giorni prima della fuga di lui. A ruota pure lei diventa irreperibile.
Fino a quando l’altro ieri alla Stradale giunge una segnalazione sul camper (che risulterà rubato e con targa contraffatta). Gli agenti vanno, lo individuano e aspettano: finché a un certo punto arrivano due coppie con bambini al seguito. Una in particolare intuisce subito l’identità di quei signori in attesa e si mette a correre: lui davanti e lei dietro tallonati da un agente a testa. Lei a gran voce invita il consorte a svignarsela: e quando un poliziotto riesce ad acciuffarla, reagisce a pugni, calci e minacce: “Fai una brutta fine, finisci male, non sapete cosa state facendo”. Così il collega smette di inseguire l’uomo, che riesce a scappare, e va in aiuto. Dalle foto poco dopo gli inquirenti capiscono che il fuggiasco è il novello sposo evaso da Bollate.
Dopo l’arresto, il pm di turno Lucrezia Ciriello dispone che la 38enne venga portata in una cella di sicurezza in attesa di essere accompagnata, ieri mattina, in tribunale. E una volta qui, davanti al giudice Cosimo Pedullà e al viceprocuratore onorario Adolfo Fabiani, nega di avere fatto qualcosa di male: racconta che gli agenti erano in borghese e che quello più vicino a lei a suo dire le diceva che le avrebbe dato un pugno se non si fosse fermata. Improbabile che riuscisse a convincere il giudice il quale, come chiesto dalla procura, ha convalidato l’arresto imponendole l’obbligo di firma tre volte la settimana alla polizia giudiziaria di Cinisello Balsamo in attesa del processo. In quanto al novello sposo, è, per ora, sparito: e non per andare a comperare le sigarette.