Faenza, vigile arrestato con l’accusa di estorsione

Ora è in carcere. È indagato anche nell’ambito del suicido di un macellaio

Il commissariato di Faenza e la squadra Mobile

Il commissariato di Faenza e la squadra Mobile

Faenza (Ravenna), 26 settembre 2019 - Un agente della polizia locale, il 50enne Gian Carlo Valgimigli, è stato arrestato martedì sera a Faenza in contestata flagranza di reato con l’accusa di estorsione. L’uomo è stato bloccato al culmine di un’operazione della squadra Mobile di Ravenna e del Commissariato manfredo dopo avere ritirato alcune migliaia di euro da una persona. Il 50enne, incensurato e difeso dagli avvocati Lorenzo Valgimigli e Alice Rondinini, si trova ora nel carcere ravennate di Port’Aurea in attesa di comparire a breve davanti al gip per l’udienza di convalida. In quella sede, alla presenza dei suoi legali, avrà naturalmente modo, se lo riterrà opportuno, di riferire la sua versione dell’accaduto.

In ogni modo, non sono fin qui ancora note le circostanze che hanno portato gli inquirenti – coordinati dai pm Alessandro Mancini e Angela Scorza – a contestare al 50enne l’estorsione, reato che dal punto di vista tecnico presuppone una violenza o una minaccia. La flagranza lascia tuttavia intuire che dietro vi possa essere stata un’indagine già ben incardinata. E su questo fronte, non è escluso che vi possa essere una relazione, probabilmente solo investigativa e non tra fatti, con un’altra vicenda per la quale il 50enne risulta indagato a piede libero per l’ipotesi di reato di istigazione al suicidio.

Si tratta della tragica morte di un 64enne, socio di una blasonata macelleria di Faenza: l’uomo era stato trovato nel suo locale ormai senza vita poco prima dell’alba del 25 luglio scorso. Tra i primi a fare la scoperta e a dare l’allarme, proprio l’indagato. Nessun dubbio sul fatto che il 64enne si fosse tolto la vita, forse a causa di un certo disagio personale acuito dai debiti. Sul posto erano subito intervenuti gli stessi inquirenti impegnati anche in occasione dell’arresto dell’altra sera. Il 50enne era venuto a conoscenza della prima indagine a suo carico in ragione della successiva perquisizione della polizia con sequestro di carte. A quel punto la difesa aveva presentato riesame per il dissequestro: ma si era probabilmente trattato di una sorta di riesame esplorativo, volto cioè a conoscere quelle carte che, in ragione di ciò, la magistratura avrebbe deciso di svelare. Tanto che poi vi era stata rinuncia al ricorso. Per quanto riguarda la seconda indagine, la sua esistenza si è palesata con l’arresto.

Sull'arresto è intervenuto il sindaco e presidente dell'Unione della Romagna faentina Giovanni Malpezzi: "Nonostante il dovuto rispetto delle prerogative costituzionali per cui una persona è colpevole solo a seguito di sentenze definitive, non posso non esprimere il mio ringraziamento nei confronti delle forze di polizia per la brillante operazione messa a segno, ennesima dimostrazione di grandi capacità investigative e frutto di attenzione per reati particolarmente odiosi, ancora più gravi se chi li commette è una persona che indossa una divisa simbolo del rispetto della legalità. Voglio inoltre esprimere vicinanza e massima fiducia nei confronti del corpo di Polizia Locale dell'Unione della Romagna faentina: il comportamento di un singolo non deve in alcun modo ntaccare l'onore dell'impegno quotidiano svolto con abnegazione e professionalità tali da meritare la piena fiducia dei cittadini".

a.col.