
Giuseppe Musca
Per l’accusa avevano contribuito a elaborare un’operazione straordinaria di scissione della Nick&Co srl, poi diventata Panorama, in favore di due nuove srl, la Nick&Sons e la B&B via Portoncino. Ciò aveva portato al trasferimento di una grossa parte del patrimonio della prima società la quale non era così più riuscita a fare fronte ai debiti.
La Panorama srl era stata dichiarata fallita il 12 aprile 2019 con sentenza del giudice civile Paolo Gilotta. E nel tardo pomeriggio di ieri un’altra sentenza, questa volta del collegio penale presieduto dal giudice Antonella Guidomei, ha restituito le condanne dei coniugi Giuseppe Musca e Susi Ghiselli: 6 anni e mezzo di reclusione a testa (il pm Monica Gargiulo aveva chiesto 8 anni e mezzo). Il collegio ha inoltre disposto una provvisionale di un milione di euro a favore della curatela fallimentare (rappresentata dall’avvocato Maurizio Taroni) stabilendo che il danno totale venga quantificato in separata sede.
Un terzo imputato - Valerio Brighi - aveva già deciso di definire la propria posizione attraverso un rito abbreviato. Secondo la richiesta di rinvio a giudizio, sarebbe stato proprio lui il 9 gennaio 2015 in qualità di amministratore unico, poi liquidatore e infine socio della Panorama fino al fallimento - ma anche amministratore e socio delle due srl beneficiarie della manovra -, a sottoscrivere il progetto di scissione parziale che prevedeva il passaggio alle due nuove società di gran parte del patrimonio immobiliare. L’atto di scissione porta la data del 24 aprile di quell’anno: alla Nick&Sons era stato trasferito un patrimonio da poco meno di 3,3 milioni di euro; alla B&B via Portoncino, di poco più di 800 mila euro. Il patrimonio netto della Panorama si era così assai assottigliato: e il 31 maggio la società aveva cessato con le attività nei due negozi di Milano Marittima cedendo i compensi aziendali alla Nick&Sons e rimanendo con i debiti per oltre 2,5 milioni di euro. In quanto a Musca e Ghiselli, sono stati tirati in ballo quali consulenti della Panorama e soci al 50% della Nick&Sons attraverso la società svizzera Italventure sa.
In arringa la difesa dei due coniugi - avvocato bolognese Filippo Furno - aveva chiesto per entrambi l’assoluzione "per non avere commesso il fatto". In buona sostanza secondo quanto rappresentato alla corte, Brighi avrebbe già condotto operazioni simili: come dire che aveva da sé le necessarie capacità per operare senza avvalersi delle consulenze dell’immobiliarista Musca e della commercialista Ghiselli. In particolare l’ingresso di Italventure - società le cui quote erano in mano alla famiglia Musca - nel 50% della Nick&Sons, non sarebbe affatto stata un’operazione preordinata con intento criminale: ma imbastita per fare fronte a necessità reali. E cioè dopo la scissione, la Nick&Sons avrebbe dovuto gestire negozi di abbigliamento di un certo rango di conseguenza dovendo provvedere a ordinare i capi della nuova collezione. Ma dato che Brighi non avrebbe avuto risorse sufficienti, Musca si era deciso a fare un investimento attraverso Italventure.