Falsi Green pass, la Procura ne sequestra altri 107 a Ravenna

Dentro ci sono i vaccinati dal medico Passarini giunti da altre province e i negativi alla ricerca anticorpi al Covid. Il totale sale a 190

La polizia mentre sequestra i documenti dall’ambulatorio (Zani)

La polizia mentre sequestra i documenti dall’ambulatorio (Zani)

Ravenna, 5 dicembre 2021 - Una nuova ondata di sequestri preventivi d’urgenza si sta per abbattere su altri 107 Green pass di pazienti vaccinati da Mauro Passarini. Il 64enne medico di base di origine bolognese, era stato arrestato il 10 novembre scorso dalla polizia a Marina di Ravenna, dove da tempo abita e lavora, con l’accusa di avere simulato vaccinazioni Pfizer per fare ottenere i certificati verdi a decine di no vax giunti apposta anche da città molto distanti.

Non a caso dunque i nuovi sequestri riguarderanno diversi pazienti giunti da altre province: nella lista figurano ad esempio Bologna, Belluno, Torino, Milano, Udine, Venezia, Modena, Monza-Brianza, Forlì-Cesena, la Spezia, Parma, Perugia, Firenze e Pesaro. Ma ci sono anche pazienti ravennati i quali, pur non figurando nella lista degli assistiti da Passarini, si erano espressamente rivolti a lui per le dosi di vaccino senza optare per il proprio medico di base o per un hub vaccinale. Da ultimo figurano pazienti che, pur assistiti dal 64enne, hanno aderito all’invito dell’Ausl Romagna per un prelievo finalizzato alla determinazione degli anticorpi al covid risultando negativi.

I nuovi sequestri fanno seguito alle ulteriori ammissioni fatte da Passarini nel secondo interrogatorio davanti al pm Angela Scorza e al gip Corrado Schiaretti, quello del 26 novembre scorso. Il 64enne, difeso dall’avvocato Carlo Benini, aveva cioè precisato che degli oltre 290 pazienti da lui vaccinati, sicuramente aveva simulato la vaccinazione di tutti quelli - una quarantina - venuti apposta da fuori provincia.

Aveva quindi spiegato la genesi dell’idea delle vaccinazioni simulate: maturata a suo dire durante alcuni corsi di meditazione a Padova nei quali gli erano stati presentati diversi no vax. E aveva ribadito, come già fatto nell’interrogatorio di garanzia del 15 novembre in seguito al quale era passato dal carcere ai domiciliari, di non avere mai preso un soldo: nemmeno quei 1.555 euro trovati nelle sue tasche il 17 ottobre scorso dopo la prima perquisizione della squadra Mobile ravennate in occasione della seconda dose a una bimba accompagnata apposta al suo ambulatorio a Marina di Ravenna dal padre bellunese no vax (fatto da cui era scattata l’inchiesta).

Da ultimo Passarini aveva aggiunto che alcuni dei no vax che avevano ricevuto due dosi simulate ma registrate nel sistema informatico ministeriale, dopo la prima perquisizione al suo ambulatorio si erano spaventati ed erano andati da lui per chiedere una terza dose non tracciata ma stavolta effettiva: lui aveva così usato le ultime fiale Pfizer ritirate dall’Ausl Romagna.

In totale con questi ultimi sequestri, i Green pass bloccati dalla procura ravennate sono saliti a 190: ovvero ai 107 di questa terza - e solo per ora ultima - ondata, si devono aggiungere i 79 della prima ondata e i 5, tutti relativi a operatori sanitari, della seconda; da ultimo si deve sottrarre l’unico Green pass finora restituito in quanto il diretto interessato - un paziente di Ravenna - è risultato positivo alla ricerca degli anticorpi. I nuovi sequestri sono destinati a fare da anticamera a una raffica di avvisi di garanzia per falso a molti dei pazienti di Passarini.