
Nelle prossime ore dovrebbe arrivare il visto per la moglie del musicista ravennate con due figli piccoli. Ma il viaggio fa paura .
Avere tutti i documenti in ordine per poter partire se la situazione dovesse di nuovo degenerare da un momento all’altro. È questo, al momento, l’obiettivo del ravennate bloccato in Iran insieme alla moglie e alle due figlie - la più grande di un anno e mezzo, la più piccola di 24 giorni – che, dopo la proclamazione del cessate il fuoco, ha potuto tirare un sospiro di sollievo. Dopo l’appello lanciato dalla madre a mezzo stampa, ieri è stata ricevuta dal Prefetto di Ravenna Raffaele Ricciardi. Lunedì, invece, incontrerà il sindaco Alessandro Barattoni.
"L’incontro, svoltosi in un clima di discrezione e solidarietà istituzionale, ha rappresentato un momento di ascolto e vicinanza dello Stato ai familiari del docente. Assicuro il massimo impegno nel sollecitare le autorità diplomatiche nazionali affinché si giunga a una rapida soluzione della vicenda", ha fatto sapere la prefettura. Nei giorni scorsi, infatti, l’insegnate di musica - il cui nome non è stato reso noto su richiesta della famiglia - ha ottenuto un passaporto provvisorio per la neonata. Parallelamente, grazie al lavoro dell’Unità di Crisi della Farnesina, dell’Ambasciata e l’attenzione delle onorevoli Tassinari e Bakkali, si è aperta per loro una via di uscita a sud, quella di attraversare lo stretto di Harmouz in traghetto per entrare negli Emirati Arabi Uniti. Prima, si pensava che l’unica via possibile fosse raggiungere il confine con l’Azerbaigian, che dista più di 1500 chilometri dalla città dove vivono, Shiraz. Al momento, per poter entrare negli Emirati, manca il visto di mia nuora, che è cittadina iraniana. Per questo, si sono messi in contatto con la console italiana a Dubai, che è riuscita ad attivare la procedura. Il visto dovrebbe arrivare entro un paio di giorni. Perciò, potenzialmente il primo traghetto utile è quello di mercoledì", racconta la madre del 52enne.
Tuttavia, come ha spiegato in una nota audio alla famiglia l’insegnante dall’Iran, "Qualsiasi viaggio comporta un rischio per una bambina di 20 giorni e lei non ha ancora i vaccini fondamentali. Per arrivare a Dubai, dobbiamo percorrere tantissime ore in macchina, sotto il sole Così come prendere un volo per l’Italia: i medici ci hanno consigliato di farlo solo se è questione di vita o di morte. Il piano c’è ed è fondamentale avere tutti i documenti per poterlo intraprendere se la situazione dovesse di nuovo degenerare. Se il conflitto non dovesse riprendere, potremmo aspettare che si faccia un po’ più forte per poter viaggiare in sicurezza".
Lucia Bonatesta