REDAZIONE RAVENNA

Far West nel centro di Bagnacavallo: "La pistola era pronta a sparare"

In carcere i due tunisini protagonisti del violento parapiglia con la Polizia locale, cui avevano sottratto un’arma

In carcere i due tunisini protagonisti del violento parapiglia con la Polizia locale, cui avevano sottratto un’arma

In carcere i due tunisini protagonisti del violento parapiglia con la Polizia locale, cui avevano sottratto un’arma

Restano in carcere Mouheddine Hallabia, 32 anni, e Safouen Oueslati, 25 anni, i due cittadini tunisini protagonisti del grave episodio di violenza avvenuto nella tarda serata di lunedì 30 giugno nel centro di Bagnacavallo. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere per entrambi, ritenendo sussistenti le esigenze cautelari legate alla pericolosità sociale degli indagati. I due rispondono in concorso dei reati di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate, mentre per Hallabia si aggiunge anche l’accusa di rapina aggravata per essersi impossessato con violenza della pistola d’ordinanza di un agente.

I fatti si svolgono intorno alle 22.35, quando la centrale operativa della polizia locale della Bassa Romagna riceve numerose segnalazioni da parte di cittadini allarmati per la presenza di alcuni soggetti in stato di alterazione psicofisica, molesti e potenzialmente pericolosi. I due tunisini, insieme a un terzo individuo poi denunciato a piede libero – dopo le prime intemperanze, cercando di favorire la fuga dei due amici, si è reso più collaborativo –, si trovano nei pressi del Giardino dei Semplici e del parco adiacente all’ufficio postale di via Fiume. Le pattuglie, compresi alcuni agenti in borghese, giungono rapidamente sul posto. I tre sono sporchi di sangue e coinvolti in una lite. Alla richiesta di identificarsi, reagiscono con minacce, insulti e violenza. Oueslati lancia un cassonetto contro un agente, colpendolo alla testa, e tenta poi di sferrare un pugno. Ne nasce un parapiglia: volano calci e pugni, tre agenti — tra cui una donna — vengono feriti, con prognosi di quindici giorni ciascuno.

Nel caos, Hallabia si impossessa della radio di servizio di un agente per interrompere le comunicazioni, mentre Oueslati riesce a fuggire colpendo un agente con un pugno in volto. Poco dopo, Hallabia compie il gesto più grave: aggredisce un agente e gli ruba la pistola semiautomatica dalla fondina. L’arma non era inizialmente armata, ma al momento del ritrovamento — in un’aiuola in via Di Vittorio, dove il 32enne l’aveva gettata durante la fuga — risultava con colpo in canna. Segno che l’imputato l’aveva armata, aumentando in modo esponenziale il rischio per la sicurezza pubblica. Una volta fermato, Hallabia avrebbe anche sbeffeggiato gli agenti con frasi del tipo: "L’ho presa io, bang bang, non la troverai", continuando a insultarli anche dopo l’arresto. La radio sottratta è stata ritrovata poco distante, tra i cespugli. Oueslati, portato in ospedale per accertamenti, avrebbe mantenuto una condotta aggressiva anche nei confronti del personale sanitario. Il processo è stato aggiornato a settembre. Hallabia è difeso dall’avvocato Francesco Papiani, Oueslati dall’avvocato Davide Baiocchi.

Lorenzo Priviato