"Faremo nostre le battaglie di Damiano"

Tanti ai funerali di Cavina, l’operatore Caritas morto in un incidente. La moglie: "Indossava sempre i sandali, segno del suo cammino"

Migration

Centinaia di persone hanno rivolto ieri l’ultimo saluto a Damiano Cavina, lo storico operatore Caritas scomparso la settimana scorsa dopo un tragico incidente stradale avvenuto sulla provinciale modiglianese. I raggi del sole e il vento tra le foglie degli alberi del prato vicino alla chiesa di Rivalta hanno accolto anche quest’ultimo capitolo della vita di Cavina, che qui era cresciuto e si era sposato.

Una vera e propria marea umana quella composta dai parenti, dagli amici e dai colleghi del mondo della Caritas, alcuni dei quali avevano attraversato con lui la tempesta della crisi migratoria di alcuni anni fa: fra loro l’attuale assessore Davide Agresti, l’ex-collega Danilo Cicognani, e il parroco di Sant’Antonino Marco Ferrini. Per il Comune di Faenza era presente il presidente del consiglio comunale Niccolò Bosi; non lontani c’erano anche quelli che per Cavina erano stati i compagni d’avventura di Faenza Coraggiosa – l’assessore Luca Ortolani insieme ad Antonio Bandini, Edward Necki, Catherine Lowe e Marco Bandini – i componenti della galassia ambientalista (per Legambiente Massimo Sangiorgi e Giorgio Della Valle) oltre a tutto il mondo delle associazioni.

A presiedere la cerimonia è stato il vescovo Mario Toso, che ha ricordato in particolare gli sforzi di Cavina nel diffondere i centri d’aiuto della Caritas anche nelle campagne, oltre i confini della città, "con impegno, senza chiedere a nessuno la carta d’identità". Fra coloro cui è stato chiesto di ricordare Cavina c’è stato Vittorio Bardi, storico sindacalista della Fiom e attivista della sinistra più a sinistra: solo in anni relativamente recenti la sua strada e quella di Cavina si sono incontrate, mescolate, "in occasione ad esempio delle battaglie per l’acqua pubblica, l’ambiente, contro le norme discriminatorie, per i diritti e il dialogo interculturale". Bardi ha ricordato una delle iniziative per cui Cavina si era battuto più duramente in tempi recenti, quella cioè per il progetto ‘Lavoro degno’: "Proprio oggi avremmo dovuto vederci ad un importante incontro con i sindacati per portare avanti la questione. L’incontro ci sarà: nessuna delle battaglie di Damiano deve interrompersi", ha proseguito Bardi. "Chissà se c’è un altrove in cui rivedersi. Abbiamo condiviso lo stesso pane, e allora non mi sembra inopportuno salutarti così: ciao, compagno Damiano". Un’amica di Cavina ha ricordato in lacrime quanto detto dall’amico comune Otello Galassi: "la morte non è l’ultima parola".

Durante la cerimonia è stato proposto di indire una giornata in cui ricordarlo ogni anno. Commossa anche la rappresentati della comunità islamica Noura Louha: "Una grande perdita per tutti quanti noi". Quella di Damiano Cavina era una figura che pur nella sua frugalità non passava inosservata: è stata la moglie Maddalena Guazzolini, affiancata dalle tre figlie, a ricordare la sua abitudine di indossare sandali tutto l’anno, "che più di tutti portavano addosso i segni del cammino percorso, compiuto con cocciutaggine, senza celare le proprie fragilità, sempre con grande generosità e sete di giustizia".

Filippo Donati