ROBERTA BEZZI
Cronaca

Fatou Diawara, la voce dell’Africa alla Torraccia

L’artista mescola blues, funk, afro-pop e jazz. In concerto domani alle 16 per ’Romagna in Fiore’.

L’artista mescola blues, funk, afro-pop e jazz. In concerto domani alle 16 per ’Romagna in Fiore’.

L’artista mescola blues, funk, afro-pop e jazz. In concerto domani alle 16 per ’Romagna in Fiore’.

Sarà una grande festa africana quella proposta, domani alle 16 alla Torraccia di Ravenna (ingresso 5 euro per chi ha subìto i danni dall’alluvione), dalla cantautrice e chitarrista maliana Fatoumata Diawara, carismatica portabandiera della nuova scena musicale africana, e dai Bab L’Bluz, gruppo franco-marocchino che combina musica tradizionale come rock, suoni psichedelici e blues. È il nuovo appuntamento di ‘Romagna in Fiore’, la rassegna ecosostenibile di Ravenna Festival – nata all’indomani dell’alluvione – che offre concerti in luoghi suggestivi.

Capace di alternare blues e funk, rock e afro-pop, jazz e la tradizione wassoulou dell’Africa occidentale, ritmi di danza e classici rivisitati, Fatoumata canta della condizione femminile nella società africana, dell’emigrazione, del pericolo del fondamentalismo, della povertà, ma anche e sempre di un possibile e gioioso futuro. Il luogo di spettacolo è raggiungibile solo a piedi o in bici lungo percorsi segnalati dal parcheggio M. Lombardo di Lido di Dante e dalla Polisportiva di Porto Fuori (4 km su asfalto e carraia), dal Parcheggio Guerrino Ravaioli di Classe (7 km) e da Ravenna in bici (8 km dai Giardini Pubblici di viale Santi Baldini). Info: trailromagna.eu.

Nata in una famiglia numerosa, comincia a recitare da bambina. A 19 anni scappa da Bamako per unirsi alla compagnia francese di teatro di strada Royal de Luxe.

Fatoumata Diawara, che tipo di evento sarà quello proposto a ‘Romagna in Fiore’? "Sarà un concerto molto vivace e profondamente ‘umano’. Voglio che sia una celebrazione della speranza, un momento di guarigione e di comunione con il pubblico. Suonare alla Torraccia, un luogo che ha sofferto, che è stato ferito dalle inondazioni, mi tocca particolarmente a livello emotivo. Tra il mare e la campagna, questo paesaggio ha un’energia molto speciale, quasi spirituale. Ce la metterò tutta per offrire qualcosa di autentico".

Nel documentario a lei dedicato, ‘Fatoumata Diawara, libre et rebelle’ (2014), lei ha detto: "iI dolore può distruggerti o farti crescere". In che misura è cresciuta fuggendo dall’Africa? "Andare lontana da dove sono nata è stato un vero e proprio sradicamento che mi ha costretto a ricostruirmi da sola, a battermi per fare sentire la mia voce. Sono riuscita a trasformare il mio dolore in forza, in ispirazione. È ciò che nutre le mie canzoni".

Lei ha usato i suoi numerosi talenti – saper cantare, suonare e recitare – per sensibilizzare sui problemi sociali e diritti. Cosa non si stancherà mai di dire? "Il messaggio a cui tengo di più e che ripeterò sempre, è: la libertà è un diritto fondamentale, soprattutto per le donne. Ci tengo a dire a tutte le ragazze del mondo: "Avete il diritto di sognare, di scegliere, di crearvi il vostro cammino". Senza per questo dimenticarsi mai delle proprie radici. Anche quando si è lontani, le nostre tradizioni ci possono nutrire senza limitarci".

Può spiegare cosa intende quando afferma che la chitarra elettrica è la sua "arme de guerre" (arma di guerra, ndr)? "La chitarra elettrica, è la mia arma, ma un’arma di pace, beninteso".

Considerando che è sposata con un italiano, il legame con l’Italia è speciale? "Sì. Ho dei figli italiani, l’Italia è ormai diventata la mia seconda casa, la mia seconda famiglia. Reputo questo legame molto forte, estremamente intimo".

A quali progetti sta lavorando e i suoi prossimi impegni? "Continuerò a girare il mondo con i miei concerti, per far conoscere il mio ultimo album ‘London Ko’, e a portare avanti il progetto ‘Lamomali’ con mio fratello Mathieu Chedid".

Roberta Bezzi