Ravenna, in 150 al corteo contro il ritorno di Matteo Cagnoni in città

Fiaccolata silenziosa da piazzetta Serra fino al carcere

Lo striscione in testa al corteo (foto Zani)

Lo striscione in testa al corteo (foto Zani)

Ravenna, 12 dicembre 2018 - Un corteo silenzioso, illuminato dalle fiaccole, ha attraversato il centro di Ravenna questa sera. In 150, in gran parte donne, hanno aderito alla manifestazione promossa da Udi, dall’associazione Dalla parte dei minori, da Linea Rosa e dalla Casa delle donne per esprimere ‘sconcerto e indignazione’ per il trasferimento di Matteo Cagnoni, condannato in primo grado all’ergastolo per il femminicidio della moglie Giulia Ballestri, dal carcere bolognese della Dozza alla casa circondariale di Ravenna.

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Il corteo è partito da piazzetta Serra, che ospita un piccolo monumento contro la violenza sulle donne, ha attraversato il cuore della città, sfiorando piazza del Popolo e percorrendo via Cavour, per approdare davanti alla casa circondariale dove Cagnoni è detenuto. Qui, sempre in silenzio, il corteo ha preso la forma di un cerchio. Nessuna parola, nessuno slogan, solo il silenzio. Le parole c’erano state all’inizio della manifestazione, quando l’avvocata Sonia Lama dell’Udi aveva letto una nota per spiegare il motivo di quell’appuntamento. «Per quale ragione il 23 novembre scorso Matteo Cagnoni è tornato nella casa circondariale di Ravenna?» ha chiesto.

Sottolineando «il suo status di condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo per il femminicidio di Giulia Ballestri», e spiegando che quella di Ravenna, essendo una casa circondariale, «prevede la presenza di detenuti in attesa di giudizio o condannati a una pena non superiore ai cinque anni o con un residuo di pena inferiore ai 5 anni».

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Lungo tutto il percorso non sono apparsi cartelli, né scritte. Ad esclusione dello striscione posto in testa, con su scritto ‘Né privilegi, né disparità. Per Giulia Ballestri’. Giunto davanti al carcere il corteo, dopo pochi minuti, si è sciolto lentamente. Silenzioso, come era arrivato.