ANDREA COLOMBARI
Cronaca

Figlio maltrattato: condannata la mamma

Tre anni e mezzo di reclusione a ultra-trentenne di Faenza che in precedenza aveva denunciato l’ex compagno, poi assolto

Nel maggio 2021 il padre aveva accompagnato il bimbo dai carabinieri

Nel maggio 2021 il padre aveva accompagnato il bimbo dai carabinieri

Le due denunce all’ex compagno per maltrattamenti e poi per sottrazione di minore, erano finite la prima con un’assoluzione in abbreviato "perché il fatto non sussiste" e l’altra con un’archiviazione. C’era quindi finita lei sul banco degli imputati: per maltrattamenti verso il figlio da quando aveva 7 anni. L’epilogo della vicenda processuale è arrivato ieri mattina con la condanna della donna - una ultra-trentenne di Faenza difesa dall’avvocato Antonio Gambetti - a tre anni e 6 mesi di reclusione con la sospensione della potestà genitoriale (la procura aveva chiesto due anni e mezzo).

I tre giudici hanno inoltre riconosciuto una provvisionale di 20 mila euro all’ex e al figlio, parte civile con l’avvocato Andrea Visani. L’uomo peraltro a suo tempo era stato sottoposto a divieto di avvicinamento, misura decaduta in seguito all’assoluzione. In aula davanti al collegio penale presieduto dal giudice Antonella Guidomei e al pm Stefano Stargiotti, aveva ricordato che "i compiti dovevano essere perfetti: e il bimbo faceva tardi per arrivare a risultati perfetti. Doveva fare la malacopia due o tre volte". E così i compiti "in bella li faceva a mezzanotte o l’una". Il tutto caratterizzato da "urla e insulti". Il padre aveva parlato pure di "botte sulla testa e in faccia". E ancora di "calci e prese con le unghie nelle braccia".

Uno dei pallini della donna - sempre secondo il teste - era l’igiene: "All’ingresso di casa, c’era il processo di sanificazione". Il bimbo "veniva preso sulla soglia e portato in bagno senza nemmeno appoggiare i piedi per terra. Poi toccava anche a me: dovevo stare in piedi un’oretta prima di potere mettere piedi in casa, lei non mi aveva dato le chiavi".

Quanto al figlio, non poteva nemmeno dedicarsi da solo all’igiene intima: "Altrimenti erano urla e schiaffoni. Una sera la mamma gli tirò addosso uno spray mentre era sul wc: a lui bruciavano gli occhi e lei lo mise sotto alla doccia alternando acqua calda e fredda. All’uscita, lui scappò per rifugiarsi nel letto e lei lo picchiò sotto alle coperte. Il giorno dopo lui era esploso". Era il maggio 2021 e a quel punto il padre lo aveva accompagnato prima dai carabinieri. E poi era riuscito a convincere il bambino a farsi visitare in pronto soccorso. Nel capo d’imputazione tra le contestazioni mosse alla donna, oltre agli schiaffi sulla testa e sulle braccia, figurano percosse anche con un calzascarpe; calci alle gambe, graffi sulle braccia e la testa sbattuta contro il tavolo. Da parte sua la madre in aula aveva invece negato tutto, aggiungendo che il figlio sarebbe stato indotto dall’ex marito a muoverle accuse pesanti: "Mi fa supporre che a monte ci sia stata una manipolazione". Scontato insomma l’appello.

Andrea Colombari