Filo ad altezza d’uomo: ciclista ferito

Palo crollato a Errano e rimasto a terra per due mesi: 62enne con naso fratturato e 14 punti in faccia si rivolge al tribunale

Filo ad altezza d’uomo: ciclista ferito
Filo ad altezza d’uomo: ciclista ferito

Conoscerà un epilogo giudiziario la vicenda legata al filo telefonico rimasto per quasi due mesi ad altezza d’uomo su via Chiusa a Errano di Faenza. Ad anticiparlo è l’avvocato Nicola Montefiori che tutela il ciclista 62enne uscito da quel contatto ravvicinato con 14 punti in faccia.

Secondo quanto rappresentato dal legale, a causa probabilmente del forte vento con raffiche oltre i 100 chilometri orari che nella notte tra il 24 e il 25 luglio aveva spazzato la Romagna compreso il Faentino, nella zona di Errano un palo telefonico era caduto in una posizione tale da lasciare il filo che attraversava la carreggiata di via Chiusa, all’altezza di circa un metro e 30 centimetri. Ovvero - ha precisato l’avvocato - in un punto pericolosissimo per chi passava e, in particolare, per ciclisti e motociclisti in quanto il filo veniva a trovarsi all’altezza del viso.

Nonostante l’insidia, il filo era rimasto in quella posizione per più di due mesi. Il 31 agosto la sorte, che fino a quel momento aveva evitato incidenti, aveva presentato il conto. Quel giorno un gruppo di ciclisti provenienti da via Galamina, all’altezza dell’incrocio con via Chiusa aveva svoltato a sinistra senza incontrare sbarramenti o comunque impedimenti o - ha proseguito il legale - divieti alla circolazione. Dopo poche decine di metri, il ciclista che si trovava in testa al gruppo, aveva colpito violentemente il filo procurandosi serie ferite al volto e cadendo a terra dopo essere stato disarcionato dalla bici.

Alla luce della gravità delle lesioni rimediate, era stato chiamato il 118: l’ambulanza aveva infine caricato il malcapitato per portarlo al pronto soccorso di Faenza. Dopo le prime cure urgenti, i medici avevano riscontrato la frattura della piramide nasale mentre la gravità della ferita rendeva necessaria l’applicazione di 14 punti di sutura. Nonostante ciò, il filo, anche nei giorni successivi, era rimasto nella medesima posizione, mettendo a rischio l’incolumità di altre persone.

Solo dopo due lettere di diffida dell’avvocato Montefiori, al quale si era nel frattempo rivolto il ciclista ferito, la ditta che si occupa della manutenzione dei pali telefonici per conto della Tim, aveva provveduto a mettere in sicurezza la strada sostituendo finalmente il palo caduto e riportando il filo alla giusta altezza.

Subito dopo però - ha lamentato il legale - è iniziato un rimpallo di responsabilità. Invece di prodigarsi per risarcire il ciclista, il Comune di Faenza e l’Unione dei Comuni, proprietari della strada, avrebbero cioè scaricato sulla Tim ogni responsabilità. L’azienda da parte sua ha diffidato l’impresa incaricata della manutenzione di provvedere al risarcimento. Quest’ultima, ha risposto di non ritenersi responsabile avendo ricevuto un aumento di richieste di intervento del 300% a causa dell’alluvione di maggio e ritenendo che il Comune di Faenza avrebbe dovuto chiudere la strada al traffico.

Per i ciclista rimasto ferito, la via giudiziaria a quel punto si è insomma palesata quale inevitabile: e, dopo la conseguente azione legale, sarà il tribunale di Ravenna a dovere individuare il responsabile dell’accaduto.