Forbiciate al collega, quattro anni di carcere

Il cinese arrestato al poltronificio di Faenza è intenzionato a patteggiare. Già mercoledì potrebbe arrivare il via libera dal giudice

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Quattro anni di reclusione. E’ quanto il 55enne di origine cinese Zhenming Gao, attraverso il suo avvocato Guido Pirazzoli, si appresta a patteggiare per i colpi di forbice inferti a un 43enne collega connazionale il 12 gennaio scorso all’interno del poltronificio di via De Crescenzi a Faenza dove entrambi lavoravano. Per l’uomo, che da allora si trova in carcere per tentato omicidio, il via libera potrebbe arrivare già mercoledì dal giudice. A quel punto si potrebbero aprire le porte di una comunità e da lì, dopo qualche tempo, il 55enne potrebbe fare ritorno in Cina.

Il 43enne, sentito il 28 marzo scorso in incidente probatorio davanti al gip Janos Barlotti e al pm Marilù Gattelli, aveva detto che tutto era partito dal nulla: lui aveva ripreso il collega perché stava usando un prodotto maleodorante. E si era pure lamentato con il figlio del responsabile della struttura: ma nemmeno il tempo di finire di ascoltare la risposta che l’altro gli aveva piantato nel petto un paio di forbici da lavoro. Prima del cruento episodio, il 55enne aveva vissuto da fantasma: per circa venti anni era rimasto in Italia da clandestino isolandosi tanto che non è tutt’ora in grado di parlare l’italiano. Il collega ferito, dopo essere entrato in ospedale in prognosi riservata, si era completamente ripreso e ora vive a Teramo. Davanti al gip aveva mostrato la cicatrice lasciata dal primo fendente mentre spiegava che a suo avviso non c’era stato nessun pregresso rancore con il 55enne con il quale peraltro al tempo condivideva una stanza proprio sopra al poltronificio. E quel giorno si era solo lamentato per l’uso del prodotto maleodorante: poi aveva sentito il figlio del responsabile urlare e quando si era voltato, il 55enne gli aveva piantato le forbici nel petto. Quindi lui stesso se le era tolte prima di cadere a terra: e allora – sempre secondo la sua ricostruzione – il 55enne le aveva raccolte e aveva menato altri quattro o cinque fendenti prima di essere bloccato. Quindi erano arrivati 118, polizia del locale Commissariato e squadra Mobile.

A suo tempo nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, Gao aveva precisato di avere sferrato una sola forbiciata e di averlo fatto per difendersi nel momento in cui quel collega – più robusto di lui – si stava avvicinando con fare a suo dire aggressivo. Aveva anche aggiunto di essere stanco delle continue vessazioni: ad esempio mentre si riposava dopo il lavoro, l’altro guardava video sul cellulare a tutto volume.

a.col.