Fornace conta i danni L’Sos dell’imprenditore "Ci siamo sacrificati Ora non lasciateci soli"

Franco Boschetti, presidente della Erre-Bi bevande, spa di distribuzione del beverage & food, stima una perdita superiore a 500mila euro.

Fornace conta i danni  L’Sos dell’imprenditore  "Ci siamo sacrificati  Ora non lasciateci soli"

Fornace conta i danni L’Sos dell’imprenditore "Ci siamo sacrificati Ora non lasciateci soli"

"Fornace Zarattini e le sue imprese si sono sacrificate. Per salvare la città, forse, quello di dirottare l’acqua sulla zona industriale è stato il danno minore. Ma adesso, i politici non si dimentichino di noi". Franco Boschetti è il presidente della Erre-Bi spa, azienda di distribuzione di bevande e prodotti alimentari con duemila clienti tra bar, ristoranti, alberghi e stabilimenti balneari, attiva su Ravenna, ma anche Ferrara, parte di Forlì e Bologna. L’acqua che dalla giornata di giovedì 18 maggio ha cominciato a invadere la frazione ha letteralmente sommerso, tra gli altri, lo stabilimento di via Braille, mandando al macero tonnellate di bottiglie già pronte per essere distribuite. "In questo magazzino – spiega l’imprenditore – c’era uno stoccaggio elevato di prodotti, in quanto siamo in una fase di punta della stagione, tutta merce che era pronta per essere distribuita ai punti vendita. Quella che si trovava appoggiata a terra è tutta da buttare. Hera ha già portato via 25 camion di roba, altra è ancora qui che attende di essere smaltita. Parliamo di un danno che, probabilmente, quando avremo completato l’inventario sottraendo ciò che si è salvato dal totale di magazzino, supererà i 500mila euro. Senza contare i carrelli elevatori finiti a mollo e quattro camion andati persi. Fortunatamente si è salvata la maggior parte degli uffici, perché si trovano al primo piano".

L’acqua, nel piazzale dello stabilimento, aveva raggiunto il metro e mezzo di altezza. Le scene di quei giorni, fermate attraverso video e fotografie, rendono l’idea del disastro: fusti di birra che galleggiano, cartoni di vino, soft drink e superlacolici completamente sfaldati. Solo lunedì 22, quando la fiumana ha cominciato a defluire, i dipendenti sono potuti tornare in azienda per ripulire. Anche molti frigoriferi – forniti ai clienti unitamente all’assortimento – sono inservibili, al pari dei prodotti venuti a contatto con l’acqua almeno per cinque giorni, in quanto potenzialmente pericolosi. "Non siano neppure nelle condizioni di donarli – precisa Boschetti –, il rischio è troppo alto. La plastica delle confezioni ha una certa porosità, anche i tappi delle bottiglie sono pericolosi veicoli di contaminazione. Pulire troppo, inoltre, significherebbe grattare etichette e prescrizioni di legge. Insomma, ciò che è finito in acqua non si salva".

Per questo, ora, l’azienda – partecipata della Blubai srl di Cesenatico, riconducibile al medesimo imprenditore –, si aspetta un aiuto concreto da parte delle istituzioni. "Tra dipendenti e collaboratori abbiamo sessanta occupati – conclude Boschetti –, che hanno lavorato anche il fine settimana con una dedizione commovente. La nostra risorsa più importante sono clienti. Ciò che stiamo facendo ora, oltre a selezionare i prodotti non contaminati, è garantire tutte le consegne programmate e, pur dovendoci assumere maggiori costi, ci stiamo riuscendo. Per un’impresa come la nostra restare chiusi un mese, in questo periodo, significherebbe dover chiudere, perché la clientela andrebbe altrove".

Lorenzo Priviato