LORENZO PRIVIATO
Cronaca

Fuga dall’Ausl Romagna: "Lavoratrici incinte costrette alle ferie e precari senza mensa"

La denuncia dell a Uil-Fpl sulla gestione del personale pubblico. “Gli operatori si dimettono, dal 2021 persi 500 dipendenti, trasferimenti imposti, turni modificati e assenze non reintegrate”

La fuga dall'Ausl Romagna: troppo stress e condizioni al limite
La fuga dall'Ausl Romagna: troppo stress e condizioni al limite

Ravenna, 7 settembre 2023 – Dimissioni, precari che si ritrovano interdetto l’accesso alla mensa, trasferimenti da una provincia all’altra, donne in gravidanza obbligate a prendere le ferie anziché essere ricollocate in ruoli idonei. Risultato: dal 2021 l’Ausl ha perso 500 dipendenti.

È un quadro a tinte fosche quello che offre la Uil-Fpl della sanità romagnola, e nello specifico di quella ravennate. In una nota il sindacato riferisce di "uno stato di sofferenza che fatica a trovare soluzioni", con "sempre più operatori che si dimettono dalla sanità pubblica per trovare un nuovo impiego".

In Ausl Romagna sarebbero prassi "spostamenti da un servizio all’altro, addirittura da una provincia all’altra, precariato e turni di lavoro costantemente modificati, nonostante un ’Ccnl’ (il contratto collettivo) che stabilisce come questi debbano essere definiti entro il 20 di ogni mese", nonché "attese nella sostituzione di lunghe assenze, che ricadono negativamente sul personale dipendente chiamato a mettere in subordine la propria vita personale alle esigenze organizzative del datore di lavoro".

Secondo la Uil tutti "fattori che, trascurando un adeguato recupero psicofisico, costituiscono condizione di stress", con "ripercussioni sulle condizioni di salute dei dipendenti" e, a cascata, sulla "qualità di assistenza erogata". Per questa ragione il sindacato chiede di "risolvere il problema alla radice sostituendo maternità, pensionamenti, mobilità, trasferimenti e lunghe assenze".

Luca Lanzillotti, della Uil-Fpl Ravenna, cita casi concreti, segnalando "casi di lavoratori che dopo tre anni trascorsi da precari, che hanno garantito peraltro il loro contributo anche durante l’emergenza pandemica, vengono trasferiti da una provincia come quella di Ravenna ad un’altra dell’ambito romagnolo, subendo così il danno e il disagio derivante dal percorrere decine di km in più ogni giorno, fino a 70 in più".

Diversi anche i "casi di lavoratrici che, scoprendo di essere in stato di gravidanza, ne danno comunicazione al datore di lavoro il quale, piuttosto che dare un immediato riscontro attraverso una eventuale ricollocazione lavorativa protetta, o il riconoscimento dell’astensione anticipata retribuita, danno loro indicazioni di utilizzare lo strumento della malattia o quello delle ferie per periodi anche di 30 giorni e oltre". Stessa prassi viene riscontrata nella ricollocazione del personale reduce da lunghi periodi di malattia, "che attende giorni e giorni in ferie prima di ricevere disposizioni sul luogo di lavoro di assegnazione compatibile con lo stato di salute riscontrato".

Molte le spine anche riguardo al tema dei precari. Secondo Lanzillotti "al personale a tempo determinato non viene comunicata, alla scadenza, l’avvenuto rinnovo", lo stesso continua a lavorare nei servizi assegnati ritrovandosi "da un lato con l’ansia di un rinnovo ancora non pervenuto e dall’altro la beffa di recarsi in mensa dopo il turno di lavoro e vedersi negato l’accesso in quanto il badge utilizzato per accedervi è stato nel frattempo disabilitato".

Per questo, "pur apprezzando la dichiarazione di impegno della direzione generale sui continui atti di violenza subiti dal personale sanitario – spiega la Uil-Fpl –, ci aspettiamo altrettanta attenzione alla gestione delle risorse umane affinché si possa contenere il fenomeno delle dimissioni o degli anticipati pensionamenti".